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maggiani chelli giovanna web10Lettera a Giuseppe Graviano
di Giovanna Maggiani Chelli
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Signor Giuseppe Graviano,non la scarcereranno mai, lei morirà in galera a 41 bis a l’ergastolo ostativo, questo, è quanto Le è toccato per il Suo comportamento di vita.
Vede, i nostri figli sono morti per le Sue scelte di vita.
Noi siamo andati dentro i Tribunali a cercare giustizia, non abbiamo ordinato la morte di nessuno e tanto meno abbiamo ucciso, non siamo andati  gozzovigliare a Forte dei Marmi dopo che Lei è stato arrestato, come ha fatto Lei dopo la strage di via dei Georgofili, siamo andati prima negli ospedali, negli obitori e poi in Tribunale.
Lei ha una sola possibilità, se ne faccia una ragione, parli scriva in una deposizione davanti ad un giudice, davanti ai giudici della Procura di Firenze, scriva bene chi le ha chiesto di far votare per lui tutta la mafia, con ordini ben precisi da dentro il carcere e fuori dal carcere, in cambio dell’annullamento del 41 bis.
Lo faccia Signor Giuseppe Graviano, lo faccia il 7 Luglio quando andrà dai giudici per giustificare un coltello nella sua cella, dica a quei giudici che vuole parlare con la Procura di Firenze per pentirsi dei delitti da lei commessi in via dei Georgofili, e dica che è disposto a dire chi si è colluso con lei per avere voti e scambi mafiosi.
Noi glielo giuriamo, non molleremo mai, il sangue dei nostri figli versato con troppa sofferenza non si cancella da via dei Georgofili, possono lavare quanto vogliono, strofinare con tutto il perbenismo e la retorica che vogliono, il sangue dei nostri cari è sempre lì e grida una forte richiesta di  giustizia fino in fondo, oltre la mafia, fino là dove stanno coloro che con la mafia si sono collusi.
Abbiamo, quali parti lese, letto le sue trascrizioni ambientali depositate a Palermo, abbiamo capito che, lei sa bene le cose, lo abbiamo capito,  perché al contrario di tanti siamo in grado di mettere in fila anche le sfumature delle parole da Lei confidate al suo compagno di ora d’aria.
Vede ci sono passaggi nella sue “intercettazioni”, che noi abbiamo acquisito nei fiumi di processi, ma anche da incontri con i magistrati che si sono stati accanto durante i processi di Firenze per le stragi del 1993, sono sfumature che Lei è in grado di trasmettere perché lei sa, perché è uno degli attori principali delle stragi del 1993 e noi capiamo le sue sfumature, perché siamo coloro che non si sono presi neppure i vostri respiri nelle aule di giustizia e fra le carte bollate.
E a parte qualche vanteria, noi per ora crediamo così, sui rapporti sessuali in carcere con sua moglie per figliare, per ora non ci vogliamo credere. Lei ha figliato a 41 bis in tempi sospetti, sì, ma perché l’hanno aiutata a far uscire il suo liquido seminale dal carcere.
L’hanno aiutata subito dopo poco il suo arresto, mentre eravamo nel 1996 tutti in tribunale al processo per le stragi del 1993, forse proprio per dirle “stai tranquillo siamo qui”.
C’è inoltre un altro punto che non torna nelle sue intercettazioni, non è vero che Lei è innocente per le stragi del 1993, Lei le ha fortemente voluto con gli altri le stragi del 1993, Le servivano per comprare i suoi vestii colorati Valentino per dare a sua moglie 5 cucine nella Villa di Nizza.
Ebbene, a parte qualche vanteria, le Sue intercettazioni palermitane sono lo specchio di notizie che solo chi sa e chi ha sofferto e si è informato, possono conoscere.
Parli, Signor Graviano Parli, perché vede, noi siamo figurativamente, ma decisi, con la "lampada" sui suoi occhi, parli, perché dal carcere lei non uscirà, fosse l’ultima cosa per la quale ci impegneremo con forza da ottenere su questa terra.
Se questo sistema che è orribilmente in odore di mafia, dovesse mettersi per traverso, ebbene, in via dei Georgofili sappia che pianteremo una tenda e staremo li fino a quando lei e Riina non tornerete in carcere all’ergastolo ostativo di 41 bis e con voi tutti gli altri che erano a Firenze la notte del 27 Maggio 1993 a vario titolo.
E’ una promessa Signor Graviano Giuseppe.

* Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

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