Dopo il 24 anniversario della strage di via dei Georgofili.
Abbiamo ascoltato con grande attenzione tutte le istituzioni, che ringraziamo e desideriamo esternare un nostro pensiero.
Dopo la strage di via Palestro del 27 Luglio 1993, le maggiori testate giornalistiche hanno ricevuto una lettera di grande minaccia per il Paese: “d’ora in avanti uccideremo solo persone - diceva la missiva - e saranno a centinaia”.
I processi ci hanno poi detto chi le scrisse, era la mafia, erano i fratelli Graviano, che volevano far ben capire che di lì in avanti sarebbe stato un bagno di sangue se il 41 bis non fosse stato gettato a mare insieme a tutta quella normativa antimafia che strangolava “Cosa nostra” in carcere.
Certo potremo provare a metterci nei panni dello Stato, del Governo in carica, delle forze dell’ordine e della Magistratura, che avevano la responsabilità di questo Paese, e cercare di capire (come vorrebbe facessimo) tutti quei passaggi per passare dal 41 bis al carcere normale che già dal 15 Maggio 1993 erano in atto, ma noi non ce la facciamo.
Non ce la facciamo per due motivi: uno perché con la mafia non si tratta soprattutto sulla pelle degli innocenti; due perché non ci hanno dato ancora, un processo chiarificatore sulle responsabilità, oltre la mafia, nelle stragi del 1993. Responsabilità che hanno tutti coloro che come minimo hanno agito con troppa leggerezza, e coloro che, come si intravvede chiaro nei processi svolti fino ad oggi e negli atti di archiviazione delle varie indagini aperte e richiuse, possono aver promesso alla mafia l’annullamento del 41 bis pensando ad un loro tornaconto politico.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
Ass. Georgofili: ''Aspettiamo ancora un processo sulle responsabilità esterne alla mafia''
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