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mafia stato murodi Lorenzo Baldo
Dice l'ex magistrato Giuseppe Di Lello: "L'abbraccio fra Ciancimino e Borsellino è l'immagine più distruttiva dell'antimafia". L’ex componente del pool è tranciante. Chissà perché, ma ci vengono in mente altre immagini distruttive. E’ come se davanti a noi si formassero diversi ologrammi. Tra questi, merita un’attenzione particolare quello relativo alla categoria professionale di cui ha fatto parte Di Lello prima di entrare in politica. In quel fermo immagine appaiono uno dopo l’altro i volti dei tanti esponenti della magistratura che hanno tradito Falcone, Borsellino ed altri loro colleghi assassinati. E ci sono anche quei magistrati che continuano a tradire il giuramento che hanno fatto sulla Costituzione trasformandosi in marionette nelle mani del potere. Per non parlare di quelle toghe che si ostinano ad isolare e delegittimare i propri colleghi e i loro processi. Poi però il fotogramma si spegne.
A Di Lello può piacere o meno l’abbraccio tra Salvatore Borsellino e Massimo Ciancimino, ce ne faremo una ragione e vivremo lo stesso. Se ne è già parlato abbondantemente ed è superfluo tornarci su. Solamente un consiglio: utilizzi la stessa durezza per condannare quei suoi ex colleghi che con le proprie azioni ed omissioni distruggono – quelli sì – l’immagine della vera lotta alla mafia. Lasci stare chi ha già pagato un prezzo altissimo per aver visto morire un fratello assieme ai suoi angeli custodi per mano di uno Stato-mafia. Che va individuato e processato. A qualunque costo. Ma forse questa – in un Paese come l’Italia – è davvero un’utopia.
Restano quindi le parole del 2012 dell’ex componente del pool antimafia che risuonano più che mai attuali. Dopo essersi ritenuto da sempre “contro la trattativa” in quanto riteneva “immorale trattare con la mafia” Di Lello era stato alquanto esplicito: “Secondo me la trattativa va vista, va inquadrata anche guardandola dal punto di vista politico. Da intendere come extrema ratio di un governo per fare uscire il Paese da una situazione di estremo pericolo in cui era in gioco l’incolumità di tutti”. Peccato che quell’incolumità fosse venuta meno – a suon di bombe – a discapito delle tante vittime innocenti di quella stessa trattativa tra Stato e Cosa Nostra.
Niente male per un fustigatore dell’antimafia.

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