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A quest’ultimo pensiero, nel vento lieve e ormai nel buio della serata romana, all’improvviso mi sono reso conto di una cosa che sembrava non mi dovesse mai capitare: forse ero riuscito a elaborare il lutto per la morte di Adolfo e per il modo in cui lui l’aveva scelta. Fino a quel momento mi ero sempre astenuto, per pudore nei suoi confronti, di provare a rispondere sulla accettabilità di quella scelta, sulla possibilità che essa avesse un senso e che, in fondo, altro che dover perdonare Adolfo per quel suo gesto, a me, alla fine, pure se per adempiere all’onere morale che mi aveva assegnato, avevo pagato, insieme a Mariella e a pochi altri, prezzi inenarrabili, non rimaneva altro che ringraziarlo. L’ho capito quando ho ricevuto la telefonata di suo figlio Basilio e ho sentito la leggerezza delicata delle sue parole e della sua voce e ho percepito quanto quel giovane uomo avesse da essere smisuratamente orgoglioso di suo padre, il migliore dei cittadini della provincia di Messina e lo scienziato affermato e il docente universitario adorato dai suoi studenti e l’uomo al quale veniva naturale continuamente migliorarsi e scalare ogni vetta. Ecco, alla fine non mi rimaneva altro che essere grato ad Adolfo. Mi aveva concesso, pure dopo la sua morte, in un modo che solo lui poteva architettare, la sua preziosa amicizia. Mi aveva concesso l’onore di conoscere i suoi splendidi familiari. Mi aveva regalato l’amicizia, quanto preziosa, di un intellettuale dalla dirittura morale nitida come Alfio Caruso, che mi ha insegnato che mantenere la schiena dritta davanti all’arroganza di qualunque potere è un privilegio impagabile. Mi aveva in fondo dimostrato, per l’ennesima volta, proprio in quella tiepida serata romana, che anche in questo scalcinato paese, un uomo giusto come lui può ottenere giustizia.

Ho elaborato davvero il lutto. Ormai la memoria di Adolfo Parmaliana non è più il pesante fardello sulle mie esili spalle e su quelle di altre quattro persone. Il mio dovere l’ho adempiuto e il mio compito l’ho portato a termine. Ormai la storia di Adolfo è la storia di un giusto d’Italia. Tocca ora alle istituzioni rendere omaggio a se stesse tributando doverosamente onore alla memoria di Adolfo Parmaliana.

Tratto da: stampalibera.it

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