Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

loffredo fortunadi Francesca Buonfiglioli
La piccola uccisa a Caivano è «come il bambino siriano morto in Turchia». «Perché ora le istituzioni non si muovono?», si chiede don Di Noto. «Reagiamo».

«L'omertà è complice degli abusi».
Non si stanca di ripeterlo don Fortunato Di Noto, da 25 anni in prima linea contro la pedofilia con l'associazione Meter.
Perché gli abusi si nutrono di «paura, silenzio, sottovalutazione e povertà culturale», spiega a Lettera43.it.
Chi tace è colpevole.
«NON È UN QUARTIERE DELL'ORRORE». Non a caso l'indagine sulla morte di Fortuna - per tutti Chicca, la piccola di sei anni violentata e gettata come un oggetto dall'ottavo piano - che ha portato all'arresto del vicino di casa Raimondo Caputo, potrebbe allargarsi ad altri inquilini dello stabile 3 del Parco Verde di Caivano.
Ma attenzione, continua don Di Noto, «a non trasformare quella zona di Napoli, già martoriata di suo, in un quartiere dell'orrore».
Perché a Caivano «vivono moltissime persone perbene, che fanno tanto per la vita del quartiere e per i bambini che ora hanno paura».

DOMANDA. A Caivano molti hanno taciuto e hanno chiesto ai piccoli testimoni di mentire...
RISPOSTA.
Sì, l'omertà è sempre complice degli abusi. Ma non si pensi che accada solo a Caivano, o in certe zone di Napoli. Vero è che l'omertà in certi quartieri si respira, si percepisce.

D. Quanto pesa il disagio economico e sociale?
R. Guardi che ci sono casi di pedofilia anche nelle famiglie ricche e l'omertà è la stessa. Non si faccia di Napoli la culla della pedofilia. Dopo la morte di Yara, Brembate di Sopra non è diventato il paese dei mostri mi pare.

D. Restano però due bimbi uccisi nello stesso stabile nel giro di pochi anni.

R. Il problema è che eliminare la piccola vittima è il modus operandi in questi casi. Si uccide un bimbo come si cancella un file da un computer, credendo di eliminare ogni traccia dell'abuso. Nel mondo, quasi l'8% dei pedofili fa scomparire la vittima dopo aver soddisfatto i propri piaceri.

D. Paura di essere scoperti?

R. Paura che il piccolo gridi, che racconti. Il pedofilo uccide per conservare nella rete dell'omertà la propria impunità. Era accaduto anche nel caso di Silvestro Delle Cave.

D. I cui resti vennero trovati 8 anni dopo in una valigia.

R. Nascosta all'interno di una abitazione, tra l'altro.

D. I pedofili quindi possono contare su una rete di protezione come i latitanti della camorra?

R. Si può dire così. Anzi, godono del silenzio.

D. Lei ha detto che il caso di Chicca non deve essere considerato una tragedia isolata. Perché?

R. Perché gli abusi sessuali sui piccoli sono un crimine contro l'umanità. Su cui anche le istituzioni restano zitte.

D. Una omertà istituzionale?

R. Sì, c'è paura di esporsi. Solo il papa ha usato parole chiare.

D. La pedofilia resta ancora un tabù?

R. Non solo. Si prenda la tragedia del piccolo Aylan, il migrante siriano di tre anni morto a Bodrum, in Turchia: tutti la ricordiamo.

D. Certo.

R. Non c'è stato un capo di Stato che non abbia condannato quel dramma. Perché davanti agli abusi sui minori non si muove nessuno?

D. Teme che anche la morte di Chicca diventi l'ennesima cronaca di una tragedia e basta?

R. Adesso in televisione tutti i salottieri sono esperti di pedofilia, arriveranno anche l'attrice o l'attore che racconteranno di essere stata vittima di abusi. E poi?

D. E poi?

R. Se siete stati vittime, mi chiedo, perché non correte a frotte nelle procure per denunciare? Ripeto: gli abusi sessuali sui minori sono una tragedia mondiale, contro l'umanità. Perché non scendete in campo e lottate? Non si può andare avanti così.

D. Cosa si dovrebbe fare?

R. Sono stato a troppi funerali di piccoli uccisi. Potrei fare la lista purtroppo: un nome dietro l'altro. Occore prevenire questi drammi, investire in campagne di sensibilizzazione. I capi di Stato oltre all'economia, prima dell'economia, dovrebbero interessarsi della dignità degli uomini. Il lavoro egregio della polizia postale da solo non è sufficiente.

D. È un problema di percezione del fenomeno?

R. Finché non si percepisce l'abuso sui minori come un crimine contro l'umanità si va poco lontano. Basta guardare Wikipedia, che io stesso ho denunciato: aveva pubblicato la lista dei movimenti pro-pedofili nel mondo, come se fosse una cosa normale.

D. Serve una rivoluzione culturale?

R. Certamente. Basta pensare che lo stupro è diventato crimine contro la persona solo nel 1996... Il problema è che dominare i bambini è un potere.

D. Cosa intende?

R. Si prenda la pubblicità, per esempio. I piccoli non sono mercato, non devono esserlo.

D. Nel caso di Caivano i bambini e le bambine hanno permesso agli inquirenti di arrestare Caputo, nonostante nonne e familiari imponessero loro il silenzio.

R. Ho visto che le tivù stanno riportando le domande degli psicologi. Ma anche qui bisogna fare attenzione...

D. A cosa?

R. Le domande possono risultare suggestionabili, tutto nasce a distanza di tempo. I piccoli tendono a elaborare il racconto. Bisogna essere molto attenti, altrimenti esiste il rischio che il processo possa essere inficiato.

D. Le accuse di abusi nella materna di Rignano Flaminio per esempio caddero.

R. Occorre utilizzare gli strumenti, ne esistono di ottimi e le procure sono attrezzate per questo. Anche se i processi durano otto, 10 anni. Un'infinità. Chicca però ci invita a una riflessione...

D. Prego.

R. Abbiamo i nostri Aylan quotidiani, ma sembriamo non accorgercene. Dovremmo avere la stessa reazione davanti a queste piccole vittime.

Twitter @franzic76

Tratto da: lettera43.it

In foto: la piccola Fortuna Loffredo

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos