Lettera al direttore della Rai
di Fabrizio Famà
Egregio direttore della RAI, sono il figlio dell'Avvocato Serafino Famà, brutalmente assassinato da mano mafiosa il 9 Novembre 1995. Avevo solo vent'anni quando ho perso mio padre e da quel giorno non ho più potuto abbracciarlo, né guardarlo negli occhi, né sentire il suono della sua voce, che mi incoraggiava a non abbattermi davanti alle difficoltà che la vita mi poneva davanti.
So con certezza, essendomi confrontato telefonicamente e per via telematica, di esprimere il pensiero di diversi altri familiari di Vittime Innocenti della mafia, e della criminalità organizzata in generale, nel chiedere la sospensione della trasmissione "Porta a Porta". Io trovo semplicemente scandaloso che la TV nazionale, che costituisce un pubblico servizio, dia voce con effetti propagandistici al figlio di uno dei più feroci e spietati boss della malavita che il nostro paese abbia mai conosciuto. Trovo che sia vergognoso dare voce a questa gentaglia, soprattutto in prossimità dell'uscita di un libro che descrive un boss del calibro di Riina come un padre affettuoso ed un eroe.
Credo nella libertà di parola e di stampa per cui, per quanto moralmente deprecabile e riprovevole sia l'atteggiamento di un editore che pubblica un simile "manoscritto", non mi sento minimamente di attaccarlo e criticarlo perché viviamo in un paese libero, per cui ognuno di noi è libero di scrivere e/o pubblicare ciò che meglio crede, così come io sono libero di non acquistare un simile compendio di scelleratezze e nefandezze, ma trovo INACCETTABILE che la TV di STATO dia VOCE ed ECO a tale "autore" a ridosso dell'imminente pubblicazione del suo libro, con gli inevitabili effetti mediatici e propagandistici che tale trasmissione avrà. Se esiste ancora un briciolo di buonsenso in questo paese, occorre discernere con cautela cosa vada posto sotto i riflettori e cosa no, e questo non mi pare assolutamente il caso, perché di falsi miti e eroi negativi il mondo ne è talmente pieno, che può fare volentieri a meno di averne degli altri. Vogliamo un paese che creda ancora nei valori della vita e del pubblico servizio, non nella speculazione e nella mitizzazione di spietati assassini e feroci carnefici, che non esitano nemmeno a sciogliere un bambino nell'acido, solo perché poteva essere "scomodo". Sono profondamente disgustato e offeso nella mia dignità di cittadino italiano. E dovrebbero esserlo tutti.
Tratto da: Facebook