Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

nobavaglio 630x257di Beppe Giulietti
Le deleghe ai governi in materia di intercettazioni non ci piacevano ieri, non ci piacciono oggi. Lo stesso dicasi per le leggi bavaglio di qualsiasi forma, natura e colore. Abbiamo contrastato la legge Gasparri ieri, non c’è motivo alcuno per cambiare opinione oggi.
Siamo scesi in piazza quando Berlusconi e i suoi lanciavano editti e minacciavano giornali e giornalisti sgraditi. Per ora, e ci mancherebbe altro, non ci sono state né liste di proscrizione, né la chiusura delle trasmissioni sgraditeEppure qualcosa non funziona e nell’aria sono tornate a risuonare parole minacciose ed avvertimenti ripetuti.

Un giorno finiscono nel mirino i talk show, un altro Presadiretta, poi Report, poi Che tempo che fa e gli editoriali di Massimo Gramellini, a giorni alterni Ballarò, per non parlare di Floris, di Santoro, di Travaglio, di Formigli
Sarà una casualità, ma sono, pari pari, gli stessi programmi che non piacevano all’ex cavaliere; tra i pochissimi, Presadiretta e Report, che continuano a frequentare i sentieri delle inchieste.

Nessuno contesta il diritto alla critica nei confronti di chiunque, giornalisti compresi, ma modi, toni e forme ricordano tristemente quelli del recente passato. Non spetta comunque alla politica dare le pagelle ai programmi, chiedere la bocciatura, interferire nella programmazione e nella progettazione di nuovi modelli editoriali.

I fatti accaduti in queste settimane, dalla delega in materia di intercettazioni all’offensiva contro i programmi sgraditi, non preannunciano nulla di buono. Non pochi di coloro che insorsero contro i vecchi bavagli sembrano oggi distratti, rassegnati o addirittura consenzienti, perché “Berlusconi non c’è più”.
Questi ultimi, forse a loro insaputa, sono davvero gli “antiberlusconiani di professione”, quelli tanto invisi a Renzi, perché cambiano il loro giudizio a seconda del colore dei governi in carica.
Editti, bavagli, interferenze sono “buone o cattive” a seconda del mandante di turno.

Per questo ci permettiamo di chiedere ad “amici e compagni” di programmare una prima iniziativa per reclamare la soppressione della delega al governo in materia di intercettazioni. Lo slogan potrebbe essere questo: “Quello che non ci piaceva ieri, non ci piace neppure oggi…”.

Tratto da:
ilfattoquotidiano.it

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos