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di Barbara Giangravè - 19 gennaio 2015
Nel giorno in cui il magistrato avrebbe compiuto 75 anni, al fondatore del Movimento delle Agende Rosse, abbiamo chiesto un ricordo e una riflessione sugli anni trascorsi. Stasera il giudice ucciso in via D’Amelio sarà commemorato al Teatro Santa Cecilia con letture e performance.
A partire dalle 21, al Teatro Santa Cecilia, nell’omonima piazza del centro storico di Palermo, il Movimento delle Agende Rosse animerà una vera e propria kermesse aperta alla città, nel giorno in cui si ricorda la nascita di Paolo Borsellino. La manifestazione sarà presentata da Maurizio Midulla e Francesca Capizzi, che lasceranno il palco a ospiti del calibro di Sergio Vespertino, Rosanna Guzzo, Salvo Piparo, Totò Cascio e Stefania Blandeburgo. Ad accompagnare le performance e le tante esibizioni offerte a titolo gratuito, ci saranno letture ma anche un video sulla vita di Paolo Borsellino, realizzato da Domenico Rizzo, in collaborazione con Linda Grasso, Rosanna Melilli e Roberta Gatani. Presenti pure Riccardo Randisi, Lucia Garsia, la poetessa Lina La Mattina, il pittore Gaetano Porcasi, la fotografa Letizia Battaglia e la musica araba con Valentina Miranda, Daniele Guttilla e Armando Fiore.

In programma anche il dibattito con le testimonianze dei giornalisti Umberto Lucentini, autore del libro “Paolo Borsellino, il valore di una vita”, Giorgio Bongiovanni, direttore di Antimafia Duemila e coautore del libro “Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino”, Salvo Palazzolo del quotidiano “La Repubblica”. Modererà Aaron Pettinari.

Il giudice ucciso in via D’Amelio è nato il 19 gennaio 1940, nel popolare quartiere popolare della Kalsa, più precisamente in via Vetriera 57.
A ricordarlo, nel luogo in cui è venuto al mondo, abbiamo trovato Salvatore Borsellino, che sta cercando di far diventare simbolo della memoria anche quella strada in cui si trovava la casa di Diego Borsellino, di Maria Pia Lepanto e dei loro quattro figli: Adele, Paolo, Salvatore e Rita.

A lui abbiamo chiesto non solo un ricordo del fratello, ma anche le analogie che trova tra la carriera di Paolo Borsellino e quella di Nino Di Matteo. Rese ancora più simili, oggi, da chi vorrebbe al Quirinale il magistrato protagonista dell’inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia.

Il pomeriggio del 19 maggio 1992, infatti, nel corso dell’XI scrutinio delle elezioni presidenziali, l’allora segretario del MSI, Gianfranco Fini, diede indicazione ai suoi parlamentari di votare per Paolo Borsellino come Presidente della Repubblica.

In questi giorni, invece, è nel Movimento 5 Stelle  che prende quota l’ipotesi di lanciare per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica proprio Nino Di Matteo.

Tratto da: loraquotidiano.it


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