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tribunale-palermo-2di Salvatore Borsellino - 18 dicembre 2014
Il Presidente della Repubblica Italiana, quel Giorgio Napolitano che si può affermare essere senza ombra di dubbio il peggior Presidente che l’Italia abbia mai avuto, ha concluso il suo compito ed ha quindi annunziato che si dimetterà dal suo secondo mandato presidenziale subito dopo la fine del semestre di presidenza italiana alla Unione Europea.
Il compito che si è appena concluso, tramite la nomina di Lo Voi a capo della procura di Palermo, è quello di garante della congiura del silenzio sulla trattativa Stato-mafia, e la certezza del definitivo smantellamento del processo che il pool di Palermo guidato da Nino Di Matteo aveva fino ad oggi, pur tra ostacoli di ogni tipo tra i quali i più insidiosi erano stati posti proprio dallo stesso presidente uscente, era riuscito a portare avanti.

Non è più necessaria l’eliminazione fisica del magistrato, non serve più il bidone pieno di esplosivo che era già pronto a Palermo, non serve più lo stillicidio di minacce tese a minare la tranquillità e l’equilbrio psichico del magistrato, non servono più i faldoni di processi per abusi edilizi che arrivavano ogni giorno sul suo tavolo per limitare o annullare il tempo necessario alla preparazione delle udienze ed alle nuove indagini.
A Nino Di Matteo è stata riservata la sorte già riservata a Luigi de Magistris quando indagava su Why Not, ucciderlo come magistrato piuttosto che come persona, un omicidio senza sangue e senza stragi perchè il sangue e le stragi provocano la reazione dell’opinione pubblica e costringono anche lo Stato a simulare una reazione.
Al processo verrà riservata la stessa sorte dei processi che stava portando avanti de Magistris, dispersi in mille rivoli ed affidati a magistrati possibilmente ossequenti ai dettami della politica. borsellino-salvatore-web0
Il nuovo procuratore capo di Palermo aveva tutti i requisiti per essere eletto dopo che, grazie all’intervento a gamba tesa di Napolitano, era stata bloccata la quasi sicura nomina di un magistrato esperto di mafia come Lo Forte e quindi evidentemente inadatto a quel ruolo.
Lo Voi si era rifiutato, dopo la strage di Via D’Amelio, di firmare l’appello di tutti i magistrati antimafia di Palermo, per l’allontanamento di Giammanco.
Lo Voi non ha mai ricoperto un incarico dirigenziale in una procura antimafia, non ha mai ricoperto neanche il ruolo di aggiunto ed è stato sostituto per soli tre anni.
Non ha neanche il requisito dell’anzianità che venne adoperato per preferire il consigliere Meli a Giovanni Falcone per la sostituzione di Nino Caponnetto, ma in compenso ha il merito di essere stato nominato dal governo Berlusconi, sodale di quel Marcello Dell’Utri processato e condannato proprio dalla quella procura che andrà a dirigere, come delegato dell’Italia ad Eurojust e di essere gradito alla politica.
Il CSM ha dato l’ennesima dimostrazione di non essere l’organo di autogoverno di una magistratura che dovrebbe, secondo i dettami della Costituzione, essere indipendente, ma di anelare a seguire i dettami dei poteri forti e di sentire come corpi estranei quei pochi magistrati che si ostinano a mantenere la schiena ancora dritta.
Di una sola cosa possiamo rallegrarci, che chiunque sia la persona che verrà chiamata a reggere la più alta delle nostre Istituzioni, la Presidenza della Repubblica Italiana, non potrà essere peggiore di quella che che si accinge a lasciarla.

Tratto da:
19luglio1992.com

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