12 novembre 2014
Lettera aperta di Angelina Manca al Procuratore Giuseppe Pignatone
Dottor Pignatone,
Ho aspettato invano in questi anni che qualcuno si occupasse dell'omicidio di mio figlio, ma è stata solo un'illusione.
Eppure, solo guardando quelle foto sul suo letto di morte, si comprende benissimo che è stato ucciso in modo violento; esaminando il fascicolo di Attilio si nota l'inerzia, l'insabbiamento e a volte i depistaggi di Stato, tutt’altro che contrastati, anzi obiettivamente avallati dalla Polizia e dalla Procura di Viterbo.
In questi anni abbiamo cercato l'aiuto dell'allora presidente nazionale antimafia dott. Grasso, ma ci ha risposto attraverso un giornalista che voleva le prove che Attilio si trovasse a Marsiglia nel periodo dell'intervento alla prostata di Provenzano. Come facevamo noi a portare le prove se la procura di Viterbo non ha mai voluto acquisire i tabulati, nonostante le nostre pressanti richieste?
Ci sono delle intercettazioni ambientali che parlano di un urologo che ha assistito Provenzano durante la sua malattia, ma stranamente nessuno si è premurato di conoscere il nome di questo urologo.
Si è parlato della presenza di Provenzano a Barcellona Pg, città di origine di Attilio, e nel viterbese, vicino all'Ospedale Belcolle dove lavorava Attilio, ma anche stavolta non c’è stato nessun approfondimento da parte degli organi competenti.
Dottor Pignatone, lei ha detto che si occuperà dell'omicidio Cucchi ed io sono molto lieta, però vorrei che si occupasse con lo stesso interesse e impegno dell'omicidio di Attilio.
Dottor Pignatone, comprendo che è difficile occuparsi della latitanza di Provenzano e delle coperture istituzionali di cui ha goduto, ma mio figlio era una persona perbene, con uno splendido avvenire davanti a sé; doveva essere un vanto per l'Italia per aver eseguito a soli 32 anni il primo intervento alla prostata per via laparoscopica presso il Policlinico Gemelli di Roma.
Invece, non solo è stato ucciso nel modo più violento e atroce, ma è stato anche infangato nell'indifferenza delle istituzioni.
Dottor Pignatone, le chiedo: se Attilio fosse stato suo figlio avrebbe mantenuto lo stesso silenzio?
Distinti saluti
Angela Gentile
In foto: i genitori di Attilio Manca, Angela e Gino