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mose-veneziadi Enza Galluccio - 6 giugno 2014
Oggi è l’acqua alta di Venezia a farci sprofondare in una nuova indecenza. O meglio il suo contenimento.
È il Mose, un’opera pubblica che consiste in un sistema di dighe mobili che dovrebbero arginare quel fenomeno famoso in tutto il mondo dell’acqua alta in una delle più belle città d’Italia.
Doveva costare due miliardi e ci pareva già molto; oggi sappiamo che ne costerà più di cinque.
Si parla di una nuova tangentopoli peggiore di quella della prima repubblica, se mai fosse possibile; più sofisticata e sempre a largo spettro.

È questa la sintesi delle affermazioni del procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio. Una banda di corruttori e corrotti, oltre che ladri, ben radicata da destra a sinistra senza escludere il centro; dalle istituzioni che dovrebbero essere garanti - come l’ex capo di stato maggiore delle fiamme gialle Emilio Spaziante o lo stesso sindaco del Pd Giorgio Orsini- a certi giudici amministrativi. Non mancano nomi noti come l’ex ministro di FI Galan o l’ex deputato - ed ex collaboratore di Tremonti - Marco Milanese… E alla fine gli arresti sono stati 35. Una vera e propria retata che disonora ancora una volta e in modo irreparabile i rappresentanti della politica in Italia. Non curanti di fronte a tutto e pronti a qualsiasi cosa pur di appropriarsi di ogni risorsa pagata dagli onesti - che pur esistono in questo Paese malsano, e sono tanti – si sono rivelati specialisti nelle false fatturazioni per lavori mai eseguiti, grazie alla complicità di imprenditori compiacenti e profumatamente pagati per non fare quel che era stato loro commissionato. Una struttura umana densissima di figure disposte a delinquere e certe dell’impunità garantita, che si concedeva ricchezze senza remore, con finanziamenti di campagne elettorali e individui stipendiati per collaborare alla “Mazzette-Spa” veneziana.
E per far star buoni i numerosi coinvolti: soldi a palate per tutti quanti! Tutto garantito da contribuenti ignari ai quali non hanno mai smesso di chiedere sempre più sacrifici, anche rinunciando ai propri diritti e alla dignità, in nome del bene comune. Ovviamente il loro.
Ma la vera notizia giunge ancora dal Quirinale e dal vice presidente del Csm che, senza mai vero pudore, anziché sostenere il duro lavoro dei magistrati coinvolti – almeno rispettandoli – li hanno invitati a stare attenti in certe indagini delicate.
Infine, gli italiani prendano atto del viscido silenzio del governo, il cui premier Renzi dopo molte ore si degna di dire qualcosa al G7 facendo pure la voce grossa e minacciosa. Afferma che per il politico che ruba, ci “vorrebbe” un’indagine per alto tradimento. Bravo Matteo! Peccato tu non sia un membro dell’opposizione, ma il Presidente del Consiglio di quest’Italia di ladri e corrotti della peggior specie, ai quali il tuo governo dovrebbe porre dei limiti attraverso quei giusti provvedimenti che finora non si è neanche sognato di pensare .
Eccoli i due mondi indecenti che non si parlano in pubblico, ma si sostengono reciprocamente per mezzo di omissioni, falsa indignazione e moniti presidenziali.

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