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ingroia-antonio-web48di Antonio Ingroia - 31 luglio 2013
Lo straordinario successo dell’appello per difendere la costituzione e il diritto dei cittadini a partecipare alla decisione per modificarla, che abbiamo promosso a partire da venerdì scorso su queste colonne e sul sito, e che in quattro giorni è stato firmato da più di 150.000 italiani, ci dice almeno tre cose.
LA PRIMA è che le pratiche inciuciste del governo delle larghe intese, che avrebbero potuto determinare scorata rassegnazione e crescita della disaffezione per la politica, stanno creando invece un effetto eguale e contrario. I cittadini raddoppiano la loro richiesta di partecipazione, e lo chiedono con voce sempre più alta, forte, intransigente.
La seconda è che gli italiani, seppure alle prese con i danni di una crisi che pagano quotidianamente sulla loro pelle in termini di asfissia economica, ingiustizia del sistema, impoverimento dei diritti, macelleria sociale, azzeramento dei servizi, appesantimento delle tasse, e tagli a cultura, istruzione e sanità, sono affezionati alla loro Costituzione. E da partigiani di una Costituzione ispirata invece a principi di solidarietà ed eguaglianza sanno bene che soltanto difendendola si può sperare di cambiare il nostro Paese. Salvare la Costituzione per salvare l’Italia e se stessi.

La terza cosa, quella più politica in senso stretto, è che tutti noi, promotori di questo appello e dei tanti altri che in questi giorni chiamano i cittadini a difendere la Costituzione, abbiamo da oggi una responsabilità in più. Trasformare le tante battaglie ed appelli in una sola voce, in un solo fronte. Un fronte unitario, costituzionale e popolare, che faccia argine con la sua forza e con il suo popolo, che è quello dei referendum per i beni comuni, contro ogni accordo di casta per stravolgere la Costituzione.
SU QUESTE colonne ieri Paolo Flores d’Arcais proponeva di organizzare una manifestazione nazionale a settembre, facendo seguito ad analoghe proposte di Sandra Bonsanti a nome di Giustizia e Libertà e di Beppe Giulietti per art.21. Non credo ci sia chi voglia piantare bandiere e rivendicare primogeniture in questa battaglia. Ognuno ha il diritto e il dovere di farsi cittadino attivo. Che si faccia un tavolo unitario delle tante sigle, associazioni, movimenti, comitati, pronti ad organizzare una grande manifestazione di piazza a settembre quando il dibattito parlamentare entrerà nel vivo e chiamiamo a raccolta i cittadini disubbidienti e partigiani della Costituzione. Un fronte ampio, inclusivo, popolare e costituzionale si può costruire ed abbiamo il dovere di farlo. Insieme. Salviamo la Costituzione per salvare il Paese.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

In foto: il presidente di Azione Civile Antonio Ingroia

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