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borsellino-rita-webdi Rita Borsellino - 16 luglio 2013
I viaggi d’istruzione delle scuole fanno costantemente tappa in via D’Amelio. Via D’Amelio non è stata mai dimenticata né trascurata. In ogni anniversario, ormai da vent’anni, moltissime sono state e sono le manifestazioni che familiari e associazioni, palermitane e no, hanno organizzato e continuano a organizzare. Il taglio è sempre stato culturale, sociale, anche religioso: riflessioni e attività artistiche e culturali, con contributi sempre gratuiti da parte di artisti, studenti, volontari, operatori sociali.
La sera e la notte del 18 luglio si svolge una veglia laica cui segue la celebrazione della Santa Messa. La mattina del 19 luglio bambini provenienti da tutti i quartieri di Palermo giocano in via D’Amelio per affermare lì, in quel luogo, la supremazia della vita sulla morte e per acquisire, fare propria quella memoria che con loro diventa futuro. Anche le comunità di migranti hanno sempre partecipato alle manifestazioni, portando spesso i loro contributi.

Tutto ciò si è sempre svolto senza grandi clamori mediatici, ma con partecipazione vera e sentita da parte di cittadine e cittadini che scelgono liberamente di partecipare. Reputo che Paolo, Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo e Walter meritino almeno questo (e lo meritano anche coloro che in quel luogo vogliono riflettere su ciò che è accaduto e farne memoria). E per questo vorrei che via D’Amelio restasse immune da polemiche, rivendicazioni, simboli di partito.
Quello è un luogo di memoria e tale deve restare. Ciò non significa che su quanto è accaduto nel ’92 non si debba discutere, cercare la verità, pretendere chiarezza. Ma lo si può e lo si deve fare altrove. Lasciamo che in via D’Amelio la memoria si esprima con toni diversi.

Tratto da: La Repubblica

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