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di Giorgio Bongiovanni - 31 ottobre 2010
Ogni volta che le indagini approfondiscono la verità sul “papello”, le stragi, la trattativa fra mafia e Stato o ancora Ciancimino, Riina, perquisizioni mancate o avvenute, ci troviamo di fronte a carabinieri che molto spesso si sono fatti strumento di un lavoro sporco. Personalmente ho un viscerale rispetto per l’Arma dei carabinieri. Nel mio ufficio conservo una fotografia in memoria del gen. Carlo Alberto dalla Chiesa, un eroe, un grande uomo di valore, un esempio di giustizia, uguaglianza e solidarietà.

Come lui altri carabinieri, non possiamo non ricordare Salvo d’Acquisto, hanno incarnato gli stessi ideali. Ma dobbiamo constatare la realtà dei fatti. Ci sono carabinieri e carabinieri. Nella storia degli ultimi quarant’anni del nostro Paese molti uomini dell’Arma, da soldati semplici a generali, sono stati fautori di lavori sporchi a diversi livelli. E per questo ci chiediamo, a quale Stato sono fedeli questi carabinieri? E a quale potere? L’ultimo episodio in ordine di data è la testimonianza di un sottufficiale che conferma quanto già Massimo Ciancimino aveva dichiarato e Antimafia Duemila pubblicato lo scorso anno. Ovvero che nell’abitazione del figlio dell’ex sindaco di Palermo, durante la perquisizione del febbraio 2005, vi era il “papello” che gli stessi militari non hanno sequestrato. 
Ora s’innescherà il solito sistema di difesa dello scarica barile. “Me l’ha detto il superiore x” oppure “il capitano tizio dice che gliel’ha detto il colonnello caio”… fatto sta che il documento attestante la trattativa del ’92 con le richieste di Riina allo Stato è rimasto nascosto per altri cinque anni. Si tratta dell’ennesimo equivoco? Ci si deve chiedere invece, in presenza di indagini delicate che riguardano i rapporti fra mafia e Stato, chi manovra i nostri militari dell’Arma? Cosa intendeva il boss Badalamenti con la frase “la polizia sono sbirri e i carabinieri sono carabinieri”? Faccio un appello dunque a tutti i militari coinvolti in queste sporche storiacce, implicati magari in presunti favoreggiamenti o presunte associazioni esterne: raccontate la verità ai pubblici ministeri che rappresentano lo Stato che voi dite di servire. Dite la verità se non volete infangare l’Arma alla quale i cittadini italiani affidano le loro vite e la loro sicurezza. 
Raccontate tutta la verità!