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I familiari del procuratore Pietro Scaglione, primo magistrato ucciso dalla mafia il 5 maggio del 1971 (insieme all’agente Lorusso), ricordano con profonda stima il cavaliere Aurelio Bruno, maestro di intere generazioni di giornalisti, scomparso ieri all’età di 93 anni.  
Il professor Antonio Scaglione, vicepresidente del consiglio della magistratura militare e figlio del procuratore assassinato, racconta: “Mio padre aveva un ottimo rapporto con il cavaliere Bruno, presenza assidua nei corridoi del Palazzo di Giustizia di Palermo, insieme al compianto Mario Francese e ad altri bravi cronisti giudiziari. Memoria storica del Novecento siciliano, Aurelio Bruno unì rigore professionale, passione civile e ricerca della verità per le vittime della mafia. Scrisse pagine importanti anche sull’omicidio di mio padre”.
Il giornalista Pietro Scaglione, nipote del procuratore assassinato, ricorda il privilegio di averlo intervistato per Famiglia Cristiana nel 2012: “Quando entrai nell’abitazione del leggendario Aurelio Bruno, fui colpito dall’imponente archivio giornalistico e storico, dagli anni Quaranta ai nostri giorni. Negli ultimi anni, Bruno collaborava assiduamente con il professore Giuseppe Casarrubea, apprezzato storico impegnato nella ricostruzione dei misteri d’Italia (in particolar modo la strage di Portella) e scomparso pochi mesi fa. Anche a nome degli altri familiari del procuratore Scaglione, esprimo il nostro doveroso e sentito omaggio a due grandi personalità del giornalismo e della storiografia come Aurelio Bruno e Giuseppe Casarrubea, illustri rappresentanti della Sicilia più autentica”.

I familiari del procuratore Pietro Scaglione