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di AMDuemila
“'Infame", “bastardo", “buffone", “pagliaccio”. Sono solo alcune delle offese rivolte, attraverso i social, al cronista de "La Repubblica” Salvo Palazzolo, "reo” semplicemente di aver svolto il proprio lavoro: narrando fatti e formulando domande.
Il giornalista palermitano, in un articolo pubblicato sull’edizione palermitana, ha raccontato di come Giuseppe Cusimano, pregiudicato, fratello di uno spacciatore, frequentatore dei boss di mafia Calogero Lo Piccolo e Giuseppe Serio, partecipi, in questi giorni, ad una distribuzione di generi alimentari, ed altri beni, in alcuni quartieri popolari di Palermo (Zen, Kalsa e Cep) a favore di famiglie bisognose.
Elementi che dimostrano quanto, di fronte allo stato di emergenza sanitaria affiancata al forte disagio sociale-economico che stanno attraversando tante persone, la mafia, o chi per essa, possa puntare a sostituirsi allo Stato riacquisendo quel consenso che negli ultimi anni era apparso meno evidente.
"Signori lo Stato non vuole che facciamo beneficenza xche siamo mafiosi e apposto di ringraziare mi fanno sti articoli", ha commentato Giuseppe Cusimano sul suo profilo Facebook. "Ok x aiutare la gente e sfamare la gente sn orgoglioso di essere mafioso.. da questo momento nn dono più niente.. Signori lo Zen nn lo vogliono cambiare le istituzioni ora l'avete capito”.
Un episodio grave.
Immediatamente la redazione di Repubblica si è schierata accanto al proprio cronista ("Nessuna intimidazione fermerà il dovere di informare e la ricerca della verità”) e al contempo anche il Gruppo siciliano dell'Unci ha espresso solidarietà, così come il Presidente della commissione regionale antimafia, Claudio Fava. "Peggio del coronavirus c’è solo la mafia - ha affermato perentoriamente - Se il signor Giuseppe Cusimano vuole il bene dello Zen e della sua città, se lo metta in testa. Le sue minacce al giornalista Palazzolo, a cui va l'abbraccio mio e di tutta la Commissione Antimafia dell'Ars, sono ridicole ed offensive".
Anche l’Assostampa Siciliana e la sezione di Palermo del sindacato dei giornalisti sono intervenuti. "Con il collega Palazzolo - ha scritto l'Associazione della stampa siciliana - ci chiediamo se questa è solo generosità oppure una forma di controllo del territorio e di acquisizione del consenso sociale da parte di frange malavitose. Chi crede con le offese di poter impaurire o fermare l'informazione fa male i suoi conti perché la comunità dei giornalisti palermitani continuerà a raccontare quel che accade in città e a porre domande. Non si può permettere che la mafia si insinui nella società approfittando del momento di debolezza causato dal diffondersi dell'epidemia di Covid-19".

Alla luce dalle vili minacce nei confronti dell’amico e collega Salvo Palazzolo, la redazione di ANTIMAFIADuemila esprime la propria solidarietà e vicinanza in attesa che, le autorità preposte facciano chiarezza su quanto accaduto.

Foto © Paolo Bassani