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di AMDuemila
L’appello del procuratore nazionale antimafia: “Lo Stato dia soldi a imprese in modo rapido

Il momento attuale è di grandissima delicatezza perché le mafie mirano soprattutto a infiltrare l'economia e a stringere relazioni con il potere. Un momento di disagio come quello attuale, un disagio sociale, e nello stesso tempo di difficoltà economica, apre le mafie a un doppio piano del consenso sociale, che riguarda più propriamente i territori in cui le mafie sono radicate, e dall'altro il piano economico della conquista di settori dell'economia”. Ancora una volta, il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, ha lanciato l’allarme, ieri pomeriggio in un’intervista a "Mezz'ora in più", su Rai 3, condotta da Lucia Annunziata, sul rischio di inquinamento del sistema economico da parte delle mafie, vista la grave emergenza epidemiologica legata al Coronavirus. “I settori sono i più vasti e le mafie si inseriscono ogni volta c'è una emergenza - ha detto - Oggi sicuramente abbiamo una specializzazione nel contrasto alle mafie e soprattutto abbiamo condivisione non solo delle banche dati ma soprattutto fra uomini, una grande collaborazione”.
Nel proseguo dell’intervista, de Raho ha spiegato che la “’Ndrangheta fattura 30 miliardi l’anno solo con gli stupefacenti” e quindi le mafie “dove c’è opportunità investono loro ricchezze. In momenti di difficoltà entreranno loro e non lo Stato con i suoi sostegni”. E poi ha aggiunto: “Lo Stato deve difendere l’economia legale e azionare meccanismi di controllo necessari, non ridotti a burocratizzazione del sistema - ha detto il procuratore nazionale antimafia - Lo Stato deve essere vicino alle imprese e impedire alle mafie di entrare”.

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Il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho


Per questo motivo, il procuratore nazionale antimafia ha ribadito che lo Stato “deve dare soldi e in fretta e controllare che quel che dà venga utilizzato dalle imprese”. Per il magistrato sanità e costruzioni sono settori “di maggiore spesa pubblica, è quindi evidente che le mafie tendano a questi due settori”. Con una crisi di liquidità “si rischia l’assalto delle mafie all’economia legale”.
Per far comprendere quanto le mafie siano al passo con la tecnologia, de Raho ha fatto un esempio, semplice quanto efficace: “In un'intercettazione telefonica tra due esponenti criminali, uno diceva all'altro che oggi per essere mafiosi non bisogna più sapere sparare ma sapere usare il dito indice per usare un computer”.
In conclusione, il procuratore nazionale ha evidenziato come “le grandi mafie sono proiettate nel mondo e si muovono con una facilità e una rapidità che è consentita alla loro organizzazione” in quanto “hanno reti stabili rispetto alle quali possono ricollegarsi e quindi movimentando queste reti riescono a trasferire anche grosse partite di stupefacenti, nel porto di Anversa, di Rotterdam, così come nei porti del Tirreno e nei porti spagnoli esistono delle reti che sono lì in attesa. - ha concluso - Nel momento in cui il carico sta per arrivare lo recepiscono".

Foto © Imagoeconomica

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