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di AMDuemila
Nino Di Matteo "è stato escluso dalla Dna non dalla mia persona, ma dal sistema delle correnti". E’ quanto ha detto l’ex presidente dell’Anm, Luca Palamara, accusato di corruzione dalla procura di Perugia, in un’intervista al Tg2 post. Il magistrato ha poi sottolineato che per quanto riguarda le chat in cui sono venuti alla luce dei giudizi sul pm della Trattativa Stato-Mafia "si trattava solo di opinioni legate a determinate situazioni" ma non c'era "nessun giudizio negativo" su Di Matteo. Proprio ieri il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, ha annunciato un processo disciplinare per almeno 10 magistrati, tra cui c’è proprio Palamara. "Sono giorni difficili dettati dall'amarezza - ha detto - per il disagio che questa storia ha creato ai cittadini italiani e ai tanti magistrati esclusi dal meccanismo delle correnti e l'udienza disciplinare sarà il luogo, per quanto mi riguarda, in cui chiarire tutti i fatti e le vicende che da circa un anno riguardano la mia persona e tanti altri colleghi che quelle sere si trovavano con me a dialogare”. Secondo Palamara “il sistema ha fallito quando ha escluso dalle nomine chi non faceva parte delle correnti. E in questo senso ho sbagliato anche io" e “magistratura e politica devono essere autonome e indipendenti. Si incontrano nel Consiglio superiore della magistratura. Ma dobbiamo vedere in che modo la politica è intervenuta sulle nomine".

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Il consigliere togato del Csm, Nino Di Matteo


Il magistrato romano ha poi ribadito che quello che lui dovrà fare non sarà “minacciare dichiarazioni”, ma “chiarire, fatti, vicende e situazioni che non riguardano solo la mia persona, ma tutti coloro che hanno fatto parte di un sistema delle correnti che ha fallito e ribadirò con cui mi relazionavo. Penso di essere testimone di un sistema messo fortemente in discussione, e penso che in questo momento sia mio dovere per rispetto di tanti magistrati esclusi da questo meccanismo, dare speranza combattendo per un sistema migliore”. Riguardo al suo ruolo da ex presidente dell'Anm, Palamara ha parlato degli incontri frequenti che aveva con esponenti della politica. "C'è un dovere di chiarimento per fare comprendere il mio ruolo, inevitabilmente il mio ruolo mi portava a relazionarmi con i rappresentanti delle correnti della magistratura e in questi anni ho incontrato molti personaggi della politica. Io nel 2007 ho rivestito una carica rappresentativa, il ruolo di un leader sindacale non è quello di un normale magistrato, in questo ambito l'attività rappresentativa che ho svolto mi ha portato ad avere incontri con esponenti di ogni genere - ha detto - Sono stato fautore di una magistratura che non fosse un mondo chiuso”. "Nell'anno 2007 la giustizia subisce una rivoluzione copernicana, viene abbandonato il criterio di anzianità per quello del merito. Da quel momento si registra uno sfrenato carrierismo, ognuno si sente legittimato a chiedere qualcosa, a chiedere al referente al Consiglio superiore della magistratura - ha concluso Palamara - Noi ci siamo trovati a dovere fronteggiare questa situazione. Sono state fatte nomine giuste?, secondo me si, ma secondo me ci sono stati degli esclusi, coloro che non appartenevano alle correnti".

Foto © Imagoeconomica

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