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di AMDuemila
“Io dico sempre che bisogna stare attenti a mandare i soldi dove ci sono le mafie. E le mafie ci sono sia al centro che al Nord. Nella fattispecie prenderei in considerazione i soldi che devono andare ai disoccupati e quelli che dovranno andare agli imprenditori che ancora non hanno aperto. Il lavoro nero c'è. C'è dalle Alpi a Lampedusa ma è molto più pesante ovviamente al Sud specie nel mondo dell'agricoltura e della ristorazione”. E’ intervenuto così il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso di un forum del "Quotidiano del Sud", riguardo i finanziamenti che verranno stanziati per fare fronte alla crisi economica causata dall’emergenza Coronavirus. Alla tavola rotonda oltre al magistrato e al direttore del giornale, Roberto Napoletano, hanno partecipato Filippo Spiezia, magistrato e vicepresidente di Eurojust, l'Agenzia europea che coordina la lotta contro la criminalità e Antonio Nicaso, storico delle mafie. “Vi sono generazioni di famiglie che hanno da sempre vissuto lavorando in nero guadagnando 30 euro al giorno, più o meno quanto percepisce chi lavora nella ristorazione - ha continuato il magistrato calabrese - Ora questi 30 euro non ci sono più perché l'agricoltura non ha ancora ripreso o ha ripreso a singhiozzo e la ristorazione nemmeno. Mancando questi 30 euro il problema si pone. Per un capo mafia dare 100 o 200 euro è come per noi pagarne 5. Verrà visto come un benefattore, uno che arriva sempre prima dello Stato. E quando si tratterà di dare una riposta, quell'intera famiglia che ha ricevuto semplicemente 200 euro se ne ricorderà e voterà per il candidato prescelto dal capomafia”.

Gli elenchi controllati
Secondo Gratteri anche “al Nord ci sono i disoccupati e i comuni sciolti per mafia e sindaci che gestiscono le risorse in modo mafioso e clientelare”. Per evitare quindi infiltrazioni mafiose “basterebbe guardare gli elenchi. Ho proposto all'Anci di mettere a disposizione delle prefetture questi elenchi perché li inviino alla Guardia di finanza. Se il sindaco è mafioso e faccendiere metterà in questi elenchi gli amici e gli amici degli amici. Mi è stato detto: 'ecco il procuratore Gratteri che vuole commissariare i Comuni?’’. “Se fossi un amministratore onesto e per bene tirerei invece un sospiro di sollievo sapendo che il mio elenco viene controllato dalla Guardia di Finanza nell'arco di 48 ore. - ha aggiunto - E voglio fare un esempio più concreto: quando il ministero della Pubblica istruzione ha mandato soldi ai dirigenti scolastici per acquistare pc e tablet, a ritirare uno di questi computer è venuto un signore con una Land Rover da 95 mila euro, la più costosa, quella che ha le maniglie automatizzate, che si aprono appena sfiori la portiera. Ebbene, questo signore risultava nullatenente e disoccupato”.

Missione informatizzazione
Parlando della propria proposta di riforma della giustizia presentata nel 2014, Gratteri ha detto che “se avessimo informatizzato, avremmo abbattuto tempi, costi e poteri discrezionali. Se avessimo portato avanti quella riforma che proposi già 6 anni fa, oggi l'Italia sarebbe il Paese al mondo più avanti nell'informatizzazione del processo penale e quindi anche nella lotta alla burocrazia negli altri gangli dello Stato. - ha proseguito - Sono per un'informatizzazione estrema della Pubblica amministrazione. Perché solo informatizzando è possibile togliere sacche di clientelismo, sacche di potere e sacche di nero”. E poi ha aggiunto: “La farraginosità della pubblica amministrazione è sotto gli occhi di tutti. E’ necessario che in un Paese all'avanguardia del 2020 vi sia una forma massiccia di informatizzazione. Solo partendo dall'informatizzazione e dal far quasi sparire il contante si può avere una rivoluzione con un significativo contrasto all'evasione e al riciclaggio”. Secondo il magistrato “dove ci sono denaro e potere ci sono le mafie. Le mafie non stanno a guardare; il fenomeno è nazionale, questa volta la cosa sarà però più grave perché ci vorranno 7 o 8 anni, se saremo bravi, per recuperare la perdita del Pil. Ma dovremo essere bravi come negli anni '50, fare tanti sacrifici”. Quelli che, in questo momento di crisi, si trovano ad avere grandi liquidità di soldi “sono i trafficanti di cocaina. Immaginare cosa accadrà non è difficile: molti albergatori quando riapriranno non potranno avere più del 50% dei clienti che avevano prima. Alcuni riusciranno a sopravvivere, altri saranno probabilmente destinati a chiudere. Non reggeranno sul mercato. O falliranno o si rivolgeranno agli usurai. Ma l'usuraio mafioso è diverso dall'usuraio 'normale', che vuole garanzie, scritture private. Il mafioso non vuole tutto questo, non vuole arricchirsi. Pratica interessi più bassi, a volte concorrenziali persino con le banche. - ha concluso - L'obiettivo è rilevare l'attività commerciale. E dopo uno o due anni di agonia state certi che ci riuscirà e farà riciclaggio”

Fonte: Askanews

Foto © Imagoeconomica

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