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di AMDuemila
Il procuratore capo di Catanzaro: “Ognuno deve fare la sua parte a cominciare dalle banche”

"L'emergenza Coronavirus sarà per le mafie una grande occasione per fare attività di riciclaggio e crearsi nuovi spazi nell'economia, con una riduzione del libero mercato e quindi un rischio democratico". E’ questo l’allarme del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, che in un’intervista all’agenzia LaPresse, ha spiegato che non c’è soltanto un rischio sanitario ed economico, ma anche quello legato all’infiltrazione delle mafie in questo momento di crisi. “Le mafie si nutrono del consenso popolare. - ha detto il magistrato - I capimafia considerano il territorio di un Comune casa loro, dove tutto ciò che accade va sotto la loro responsabilità”. Secondo Gratteri nei territori del centro Sud, in particolare Puglia, Sicilia e Calabria, “nel settore agricolo, ma non solo, ci sono famiglie che da generazioni lavorano in nero e che da 60 anni campano con 30 euro al giorno. Nelle aree depresse del Sud o in aree di sfruttamento e sotto sviluppo, oggi c'è chi non ha più nemmeno quei 30 euro perché ha paura di camminare per strada ed essere fermato e non può più andare a lavorare nei campi. Ma sono chiusi anche i ristoranti, dove spesso ci sono lavoratori in nero”. Quindi, oggi il capomafia “che dà 100-200 euro a famiglia o distribuisce pacchi di generi alimentari si comporta e appare come un benefattore. E proprio lui, magari, è arrivato prima del Comune e del sindaco e della Regione e dello Stato. Ed è a lui che la gente in difficoltà si rivolgerà. E si ricorderà di lui quando arriverà il momento di votare”. Ma oltre a questo, Gratteri ha individuato anche altri rischi, come quello legato all’usura. “Le ultime attività che è previsto riapriranno - e lo faranno al 50% - saranno ristoranti e pizzerie. - ha detto - Con la necessità del distanziamento sociale, dove prima entravano 60 persone, ne entreranno 30. Aumenteranno i costi. Pare che la parziale riapertura non possa verificarsi prima del 30 maggio, ma sono tempi molto lunghi per un'attività commerciale”. Insomma, una ghiotta opportunità per le mafie. “Non vorrei che la 'Ndrangheta, ad esempio, che sappiamo essere leader nel traffico di cocaina in Europa, si metta a riciclare soldi. Un usuraio 'ndranghetista si metterà a prestare denaro a un prezzo più basso rispetto alle banche e sarà così concorrenziale. - ha evidenziato - Il 2-3% degli 'ndranghestisti, i capi, non hanno come obiettivo l'arricchimento, ma giustificare la ricchezza. Fanno usura a un ristoratore, non tanto per guadagnare, ma per poi entrare nella sua attività commerciale fino a sfinirlo e cacciarlo con pochi euro, per poi fare riciclaggio. Ci sarà così un abbattimento del libero mercato, del libero commercio e quindi della democrazia. E perderemo pezzi di territorio faticosamente sottratti in questi anni alle mafie”.
Nel proseguo dell’intervista, Gratteri ha parlato dei rimedi ai fattori di rischio, in modo tale che le mafie non possano infiltrarsi nel tessuto sociale-economico. “Per evitare quanto accaduto col reddito di cittadinanza io ho proposto all'Anci di mandare gli elenchi dei destinatari di aiuti alla prefettura, perché li consegni a carabinieri e guardia di finanza per fare dei controlli. - ha detto - Altrimenti si premieranno gli evasori totali. L'Anci e le prefetture hanno aderito alla mia proposta, ma alcuni sindaci invece no, perché sostengono che rappresenti una forma di commissariamento del Comune. Ma penso che un sindaco onesto abbia tutto l'interesse che i soldi per l'emergenza Covid arrivino nelle mani di chi ha veramente bisogno. - ha continuato il magistrato - Il resto è demagogia. Non si deve perdere tempo, più tardi arrivano le risposte al mondo imprenditoriale più questo si ripercuoterà sul resto”.
In conclusione, Gratteri ha rammentato che ciascuno “deve fare la sua parte, a cominciare dalle banche, che non possono pensare in questo momento storico di prestare denaro con una bassa soglia di rischio. Perché se ognuno di noi non rinuncia a un pezzettino implodiamo tutti”.

Foto © Imagoeconomica

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