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di AMDuemila
Fu il primo politico a morire sotto i colpi di Cosa Nostra

Esattamente 41 anni a fa, a Palermo, veniva assassinato da Cosa nostra il segretario provinciale della DC Michele Reina. Il primo di una lunga lista di politici a cadere sotto i colpi della mafia. La notte del 9 marzo 1979 Reina, dopo aver lasciato la casa di un amico, stava salendo in macchina quando venne avvicinato da alcuni sicari che, da distanza ravvicinata, gli esplosero contro tre colpi di calibro 38 (uno al collo, uno alla testa e uno al torace). Reina lasciava per sempre la moglie e tre figlie di undici, otto e quattro anni. Un’ora più tardi giunse una telefonata anonima al centralino del "Giornale di Sicilia" durante la quale venne rivelato che ad aver architettato l’omicidio fu “Prima Linea”, uno dei gruppi armati più attivi del terrorismo rosso. L'indomani mattina, una seconda telefonata giunse al centralino del quotidiano palermitano della sera "L'Ora”, a nome delle "Brigate Rosse”.
Due organizzazioni criminali che però c’entravano ben poco con il delitto, come ipotizzarono quasi nell’immediato gli investigatori. Fin da subito si rivelò complesso risalire ad esecutori, mandanti e movente dell’agguato. Si dovettero attendere altri 5 anni prima che un barlume di verità potesse giungere sulla vicenda, quando il 16 luglio dell’84 don Masino, Tommaso Buscetta, inizio il suo percorso di collaborazione con la giustizia con il giudice Giovanni Falcone. In uno dei suoi primi interrogatori rivelò a quest’ultimo e al dirigente della Criminalpol Giovanni De Gennaro che dietro l’omicidio si nascondeva il Capo dei Capi Totò Riina. Prima di arrivare davanti a una Corte passarono altri otto anni. Era il 22 aprile 1992.
In quella data si aprì il processo per i cosiddetti "omicidi politici": tra questi, anche quello del segretario provinciale. Alla sbarra c’era gran parte del “Gotha” di Cosa nostra palermitana: Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Michele Greco, Bernardo Brusca, Francesco Madonia e Antonino Geraci. Tutti condannati all’ergastolo in via definitiva nell’aprile del ’99.
Ad oggi però, resta ancora ignoto l’esecutore materiale del delitto che scappò a bordo di una Fiat Ritmo quella notte di 41 anni fa. Dalle indagini emerse che le ragioni del delitto riguardavano con ogni probabilità la maggiore apertura in quel periodo della Democrazia Cristiana al Partito Comunista Italiano (PCI) che avrebbe significato una grande minaccia per gli interessi e le aspirazioni di potere di Cosa nostra.
Oggi, in occasione del 41esimo anniversario, a Palermo il sindaco Leoluca Orlando ha voluto ricordare il segretario provinciale Michele Reina e il suo impegno civile e politico. "Ancora una volta e con sempre maggiore convinzione rendiamo omaggio alla figura di Michele Reina che ha sacrificato la propria vita per sconfiggere le logiche di convivenza tra la criminalità mafiosa e la politica negli anni più bui della nostra città. - ha detto il primo cittadino - Il non piegarsi alle pressioni verso un mancato rinnovamento della politica nella nostra Regione è stato, è, e sarà sempre un grande esempio per tutti coloro che hanno una visione politica e di comunità assolutamente diversa".

Foto © Letizia Battaglia

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