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di AMDuemila
Non si aprono le porte del carcere per l'ex deputato regionale Paolo Ruggirello, nei giorni scorsi rinviato a giudizio con l'accusa di associazione mafiosa. Il gip di Palermo ha respinto le richieste avanzate dai suoi legali (Carlo Taormina e Vito Galluffo) che, durante l'arringa difensiva, avevano chiesto "la revoca o la sostituzione della misura cautelare attualmente applicata".
Il politico si trova in carcere dal 5 marzo 2019, quando i carabinieri lo arrestarono nell'ambito dell'operazione "Scrigno". Assieme a lui furono arrestate altre 24 persone, tra cui il presunto capomafia della città Francesco Orlando e i fratelli Francesco e Pietro Virga, figli dell'allora capo mandamento Vincenzo Virga, arrestato da latitante nel 2001.
Anche i pm della Dda (aggiunto Paolo Guido, sostituti Gianluca De Leo e Claudio Camilleri) avevano espresso parere negativo all'istanza presentata dagli avvocati.
Il gip Filippo Serio si è così espresso: "Non costituisce elemento di novità valutabile in senso favorevole all'imputato, l'intervenuto decreto di rinvio a giudizio adottato dal gup di Palermo". E poi ancora: "Rispetto al quadro cautelare consolidato - scrive il Tribunale - nessun elemento di novità ha invero prospettato la difesa che si è limitata a sollecitare una, inammissibile, rivisitazione dei medesimi fatti ed elementi già passati al vaglio dei numerosi giudizi cautelari celebrati innanzi al Tribunale del Riesame di Palermo ed ormai coperti da giudicato cautelare". Il processo nei confronti del politico inizierà il prossimo 8 aprile.

Foto © Imagoeconomica

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