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di Davide de Bari
Nei giorni scorsi il Gom ha ritrovato nel carcere di Parma ben tre telefoni cellulari nella cella di un boss della Camorra

Maxi operazione della Dia (Direzione Investigativa Antimafia), con l'impiego di circa 150 uomini, avvenuta ieri all’interno del penitenziario di Foggia. L’operazione sarebbe scaturita a seguito di intercettazioni di telefonate partite dalle celle dell'istituto penitenziario. Gli agenti hanno posto sotto sequestro, durante la perquisizione, ben sei telefoni cellulari e anche della droga. "L'operazione in un carcere particolarmente problematico per la presenza di 625 detenuti (di cui 25 donne e 70 stranieri) a fronte di una capienza di 365 detenuti, con celle aperte dalle 8 alle 18 e una sezione di media sicurezza definitivi - ha commentato Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria - è l'ennesima conferma della nostra denuncia: i boss, i criminali comandano dalle celle per impartire ordini agli uomini dei clan dei territori". Secondo Di Giacomo non si può “addebitare alcuna responsabilità al DAP che ha raccolto e sostenuto la nostra richiesta di inasprimento delle pene per i detenuti trovati in possesso di telefonini come per quelli che aggrediscono agenti, senza possibilità di concedere loro alcun tipo di beneficio. Solo la politica non se ne accorge non affrontando radicalmente la situazione e dimostrando totale incapacità con il risultato di favorire di fatto i traffici dal carcere all'esterno - ha proseguito - Un'incapacità o non volontà che si trascina da Governo a Governo trovando il tempo invece per discutere di attenuazione o addirittura abolizione del 41 bis".
Di Giacomo ha poi detto che il sindacato non ha alcuna intenzione di arrendersi in questa battaglia: “Almeno noi non abbiamo alcuna intenzione di ammainare bandiera bianca all'antiStato che vuole dimostrare di essere più forte dello Stato. Lo dobbiamo innanzitutto alle vittime e alle famiglie delle vittime di attentati di mafia, ‘Ndrangheta, camorra e ai sempre più numerosi colleghi aggrediti in carcere".
L’operazione della Dia di ieri è successiva a quella di qualche giorno fa, avvenuta nel carcere di Parma da parte del Gom (Gruppo operativo mobile) della Polizia Penitenziaria che ha trovato nella cella del boss della Camorra Giuseppe Gallo, detto “Peppe o pazzo”, ben tre telefoni cellulari. E’ evidente che tutti questi casi di rinvenimento di cellulari in strutture carcerarie, anche di detenuti al “carcere duro”, evidenziano una falla all’interno delle strutture carcerarie e questo pone un certo allarme sul punto su cui gli organi preposti dovrebbero intervenire, non ridimensionando unità operative come il Gom, ma incentivando il controllo e l’applicazione dei regimi detentivi, potenziando, dunque, le strutture e il personale.

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