Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Aaron Pettinari
La Procura di Civitavecchia chiede l'archiviazione ma le associazioni si oppongono

"Con riferimento alla vicenda oggetto di indagine, molteplici sono gli aspetti che fanno ritenere verosimile che la gara espletata dal comune di Cerveteri per l'affidamento del servizio di trasporto scolastico in argomento è stata eseguita in maniera leggera e con la metodologia che esula dalla buona pratica amministrativa". Sono queste le conclusioni a cui la Guardia di Finanza della Compagnia di Ladispoli, già nell'ottobre 2017, giungeva a seguito di una serie di accertamenti compiuti nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Procura di Civitavecchia sull'appalto del Trasporto scolastico del Comune di Cerveteri a seguito della denuncia formulata dall'Associazione di volontariato Mamme Etrusche di Ladispoli e dal Comitato cittadini per una Italia Virtuosa di Roma. Adesso, il prossimo dicembre, su richiesta del Procuratore capo, Andrea Vardaro, verrà discusso davanti al Gip, Giuseppe Coniglio, se archiviare il procedimento aperto nei confronti del sindaco, Alessio Pascucci ed altre persone tra rappresentanti della Giunta, funzionari e dirigenti comunali, titolari dell'impresa Fratarcangeli-Cocco (vincitrice dell'appalto, ndr), e i rappresentanti dell'impresa che ha affittato un terreno come deposito per il ricovero degli automezzi. Diversi i reati contestati dove tra i più gravi si ravvisano l'abuso d'ufficio, l'abuso edilizio e la frode in pubbliche forniture.
Rispetto alla richiesta di archiviazione presentate dalla Procura, tra giugno e luglio è stata l'associazione di volontariato Mamme Etrusche a presentare ricorso, opponendosi anche alla divisione del fascicolo originario in quattro parti. Inoltre vengono messi in evidenza diversi fatti, ravvisando come sia necessario l'esercizio dell'azione penale, con riferimenti specifici.
Sono molteplici le domande che sorgono tenuto conto che in questi anni, ovvero da quando nel gennaio 2016 l'impresa si aggiudicava l'appalto (con una cifra di 6 milioni di euro in maniera definitiva) fino al 2020 (quando il servizio verrà cessato), sono state diverse le anomalie evidenziate dall'associazione e non solo.
Ad esempio irregolarità furono rilevate dalla Asl di Civitavecchia inerenti la sicurezza e la tutela di lavoratori, con tanto di sanzioni nell'aprile-giugno 2017, che sono state superate dall'azienda, mettendosi in regola con la normativa, soltanto nel settembre del 2017. E qui sorge il primo quesito. Se non era in regola con le norme come è stato possibile assegnare l'appalto tenuto conto che per legge le condizioni di lavoro devono essere rispettate dal primo giorno utile di effettivo servizio? Una domanda che si ripete anche rispetto alla originaria mancanza di un deposito per il ricovero dei mezzi, anche questo superato, dopo un accordo con un privato. Sembrerebbe tutto normale se non fosse che l'area privata, secondo il piano regolatore, ha un'originaria distinzione agricola.
Gli accertamenti compiuti dalla polizia giudiziaria, riportati nei motivi di ricorso contro l'archiviazione, ravvisavano come in questa area privata, concessa a deposito scuolabus, vi sia un capannone agricolo al cui interno vengono parcheggiati numerosi mezzi adibiti al trasporto scolastico. Secondo l'accertamento di questi immobili, il passo carrabile, la strada interna, i piazzali, la struttura, il vano tecnico quale manufatto non risultano avere titoli abilitativi urbanistico-edilizi mentre il capannone è risultante con un uso diverso da quello della concessione edilizia ottenuta nell'anno 2000.
Va detto che con una delibera di giunta, nel maggio 2016, è stato concesso "temporaneamente" l'utilizzo di quell'area per il nuovo scopo trasformando la destinazione in "industriale".
Secondo l'associazione di volontariato Mamme Etrusche, però, l'autorizzazione temporanea concessa non è più tale nel momento in cui nel maggio 2018 le ditte Fratarcangeli-Cocco e la privata Luma, hanno firmato un contratto di locazione con un tempo contrattuale di sei anni, rinnovabile.
Ma vi sarebbero anche altre anomalie. L'associazione segnala come seguendo l'offerta di gara emerge come dovevano essere ben 25 le linee scuolabus garantite, mentre attualmente il numero delle linee è inferiore. Ed anche la messa a norma degli scuolabus è stata messa in discussione tenuto conto che alcuni mezzi, su controllo della Polizia locale e dell'ufficio pucclica istruzione, non sarebbero risultati avere le cinture di sicurezza, così come la dotazione del sistema di rilevamento Gps, facendo scattare una richiesta di adeguamento espletata solo a partitre dal settembre 2017.
Un dato singolare è che per fatti simili la ditta Fratarcangeli Cocco era già finita sotto la lente di ingrandimento di organi inquirenti. Il 1 dicembre 2017 nove persone, tra cui i vertici della ditta, l'ex assessore alla pubblica istruzione del Comune di Teramo e due dirigenti ed una dipendente dello stesso Comune, sono stati rinviati a giudizio dal gup Mauro Pacifico per la vicenda relativa agli appalti per lo scuolabus nei Comuni di Silvi (Teramo) e Teramo. Al centro di quel fascicolo vi erano presunte irregolarità nell'esecuzione dei due contratti, dalla mancata manutenzione dei mezzi fino all'assenza delle necessarie revisioni, con le indagini che all'epoca partirono dopo diverse segnalazioni da parte dei genitori e numerose violazioni accertate dalla stessa polizia stradale.
Ed anche a Tortoreto vi sarebbero stati episodi simili tanto che il pm Davide Rosati (titolare del fascicolo) nell'ottobre 2018 ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio per i gli amministratori della società Fratarcangeli di Frosinone Giovanni e Angelo Fratarcangeli, Vincenzina Cocco e il referente locale della società (tutti e 4 accusati di frode nelle pubbliche forniture, falso materiale commesso dal privato, uso di atto falso). Ed oltre a loro a rischiare il processo è un'ex dirigente comunale, oggi in pensione, accusata di omissione di atti d’ufficio.
Vicende apparentemente lontane ma che acuiscono ulteriormente i dubbi sulla regolarità della domanda presentata al tempo dell'appalto. Possibile che non siano state fatte per tempo tutte le opportune verifiche e si sia proceduto con superficialità all'assegnazione?
Possibile che nonostante le indagini aperte, le segnalazioni e le proteste, a cui si aggiunge anche la denuncia di genitori ed insegnanti della Scuola Salvo d'Acquisto che evidenziavano come vi fosse una clamorosa perdita delle ore di lezione scolastiche da parte degli alunni a causa di uno "scalo di scambio" presso l'istituto G.Cena, non si sia trovata una soluzione migliore?
Leggendo la richiesta di archiviazione secondo la Procura di Civitavecchia, effettuate le verifiche, "non emergono elementi idonei e sufficienti a sostenere l'accusa in giudizio". Per quanto riguarda il reato di cui all'art.356 c.p., ovvero la frode nelle pubbliche forniture, che muoveva dall'esposto sulla mancata istallazione del sistema di rilevamento Gps e delle cintura di sicurezza nei mezzi dello scuolabus, secondo la Procura non vi sarebbe alcuna condotta fraudolenta, in quanto gli "obblighi previsti dal capitolato sono stati adempiuti, anche se non immediatamente". Ugualmente anche nei confronti di alti dirigenti e funzionari comunali, secondo il pm, in presenza di due note del febbraio e del marzo 2017 in cui l'amministrazione comunale solleciterebbe l'adempimento degli obblighi contrattuali della ditta Fratarcangeli, non sarebbe sostenibile in giudizio la sussistenza del reato di abuso d'ufficio.
E stessa considerazione viene fatta rispetto all'utilizzo da parte della ditta di un'area destinata ad uso agricolo. Si specifica, nella richiesta di archiviazione, che "dalle indagini della Guardia di Finanza non emergono elementi che consentono di sostenere in giudizio la sussistenza del reato sotto il profilo dell'elemento psicologico", cioè che si sia agito per "arrecare un ingiusto vantaggio patrimoniale ad altri o a sé medesimi" in quanto l'autorizzazione in via provvisoria "è stata motivata dall'esigenza di assicurare il regolare svolgimento del servizio di trasporto scolastico e quindi da un interesse pubblico". Tuttavia si legge anche che il "provvedimento autorizzatorio non è previsto dalla normativa ed è adottato in violazione degli strumenti urbanistici". Per quanto concerne, infine, gli eventuali abusi edilizi, secondo la Procura gli stessi non sono perseguibili in quanto sarebbero "decorsi i termini prescrizionali".
Tuttavia sullo sfondo restano i quesiti sollevati da associazioni e cittadini, di fatto rimasti inevasi, e ci sono le parole espresse nell'accertamento compiuto della Guardia di Finanza secondo cui emergevano "gravi indizi di colpevolezza". Correva l'anno 2017. Ora la palla passa al Gip, nella speranza che si possa andare fino in fondo con gli accertamenti e stabilire definitivamente se vi siano colpe e responsabilità.

Foto © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos