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di AMDuemila
"I benefici per i detenuti sono previsti nel nostro Paese solo per chi decide di collaborare. E non è che sia un ricatto, è un ravvedimento operoso. Se Cutolo vuole usufruire di questi benefici collabori”. Con queste parole il magistrato Gian Carlo Caselli ha commentato il caso dell'intervista al boss di Camorra, Raffaele Cutolo, pubblicata su "Il Mattino" nei giorni scorsi, intervenendo ai microfoni della trasmissione 'L'Italia s'è desta', condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell'Università Niccolò Cusano. "I detenuti sottoposti al 41bis possono rilasciare interviste se sono autorizzati - ha proseguito Caselli - Ma nell’intervista c’è una serie di cose che pongono interrogativi. Sul piano personale, le sue condizioni di salute che sarebbero gravissime, anche se andrebbe verificato". E poi ancora: "Nel nostro Paese c’è una certa tendenza ad essere giustamente rigorosi sui responsabili dei delitti di mafia e più tolleranti con altri, non faccio nomi. Lui si lamenta che la figlia sta per compiere 12 anni e il 41bis farà in modo che possa vederla solo dallo specchio. Questa però è la legge. Dobbiamo ricordarci com’era il trattamento dei detenuti per mafia in carcere prima del 41 bis, era ad aragoste e champagne. Quindi pazienza. A me preoccupano le cose che ha detto sul sequestro Moro. Poi sa tutto sul caso Cirillo di cui però non parla. In generale è depositario di segreti, ma non vuole collaborare".

Foto © Imagoeconomica

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