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di AMDuemila
Anche il Presidente della Commissione antimafia Morra presente alla commemorazione

Ricorre oggi il 56° anniversario della “Strage di Ciaculli”, una delle più sanguinose ad opera della mafia. Il 30 giugno 1963, nel corso della prima guerra di mafia (che caratterizzò i primi anni 60’), una Giulietta Alfa Romeo imbottita di tritolo e parcheggiata nei pressi dell’abitazione di un parente del boss mafioso Salvatore Greco, esplose provocando la morte di sette servitori dello Stato, tra Carabinieri, Poliziotti e Artificieri dell’Esercito: il Tenente dei Carabinieri Mario Malausa e il Maresciallo Capo Calogero Vaccaro, il Maresciallo dell'Esercito Pasquale Nuccio e il soldato Giorgio Ciacci, i Carabinieri Eugenio Altomare e Marino Fardelli, il Maresciallo della P.S. Silvio Corrao.
Oggi, per il giorno del ricordo, accanto i familiari delle vittime, le autorità civili e militari, tra cui il Prefetto di Palermo Antonella De Miro; il sindaco Leoluca Orlando; il generale di divisione Giovanni Cataldo, comandante della legione carabinieri; il Questore Renato Cortese; il comandante militare dell'Esercito in Sicilia generale di divisione Claudio Minghetti; il generale di Divisione Riccardo Rapanotti, Comandante della Lesione Sicilia della Guardia di Finanza di Palermo ed anche il presidente dell'Antimafia, Nicola Morra che ha commentato: "Questo terreno è stato sequestrato alla mafia ed ospita al suo interno splendidi alberi in memoria di chi non ha mai smesso di lottare per un Paese migliore". Morra ha anche definito la mafia non come una piovra ma un "camaleonte" che "si mimetizza costantemente per provare ad infiltrare l'economia legale".
Dopo la cerimonia, alla presenza del vice-presidente nazionale dell'Unci Leone Zingales, familiari e autorità si sono recati nel giardino della memoria, il parco dedicato a tutti i caduti nella lotta contro la Mafia, per un momento di raccoglimento in onore delle vittime della criminalità organizzata.