Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila
E' stato applicato l'indulto a una delle sue condanne

Grazie a un ricalcolo della pena il boss mafioso Mico Farinella, 57 anni, eviterà l'ergastolo che gli era stato inflitto per la somma di alcune condanne e tornerà in libertà dopo quasi 25 anni di carcere. Il provvedimento della Corte d'assise d'appello di Palermo è stato confermato l'altro ieri dalla Cassazione. A riportare la notizia è stato il Giornale di Sicilia. Il boss delle Madonie, difeso dall'avvocato Valerio Vianello, lasciando il penitenziario di Voghera ha detto che non tornerà in Sicilia, se non occasionalmente. E' il figlio di Peppino Farinella, componente della commissione e a capo del clan di San Mauro Castelverde, morto il 5 settembre 2017 nel carcere di Parma. Mico Farinella era stato condannato per un omicidio, per associazione mafiosa ed estorsione. Per lui i primi guai con la giustizia cominciarono a 20 anni, quando a Palermo aggredì il titolare di un pub per una bottiglia di champagne non pagata.
Il legale del boss è riuscito a far valere un indulto, un periodo di tre anni che è stato detratto da una delle pene e che ha cambiato tutto. La Procura generale aveva fatto ricorso contro la scarcerazione decisa dai giudici della Corte d'assise Angelo Pellino, a latere Vittorio Anania. Il principio del "cumulo" prevede, nel nostro ordinamento, una pena massima di 30 anni; tranne quando s'incorre in due condanne a 24 anni. In questo caso la pena viene commutata nell'ergastolo. La difesa ha dimostrato che in una condanna del 2002 era stato applicato l'indulto, che aveva scontato la pena di tre anni, facendola scendere sotto il limite di 24.