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di Davide de Bari - Video e Foto
Milioni di giovani si sono mobilitati in tutto il mondo e hanno lanciato l’ultimatum ai leader mondiali

Ancona. 6 mila giovani questa mattina nel capoluogo marchigiano, e tante altre decine di migliaia in tutta Italia e nel mondo, hanno lanciato un chiaro messaggio d’allarme: dobbiamo cambiare. “Siamo qui perché una ragazza di soli 16 anni manifestava contro il clima da sola davanti al Parlamento a Stoccolma” ha detto uno degli organizzatori mentre il corteo prendeva il via dal Monumento del Passetto alle 10 in punto. “Ci avete rotto il clima”, “Scendi giù e manifesta anche tu”, “La Terra va a fuoco” e “L’amore è nell’aria, ma l’aria è sporca”. Queste le parole gridate e scritte sui cartelloni durante la sfilata, che ha visto protagonisti tanti giovani. Tra questi anche Legambiente, il movimento culturale internazionale Our Voice, comitato Trivelle Zero Marche, Libera, Falkatraz, Italia Nostra, Fiom-CGIL e CISL Ancona. Tanti i colori, i volti sorridenti e un sentimento comune: quello di protestare, di manifestare la propria contrarietà a delle politiche ambientali che non preservano il clima o l’ambiente, ma lo aggrediscono. E’ tutto cominciato da una semplice sedicenne, Greta Thunberg, che nel giro di pochi mesi ha unito il mondo per lanciare un ultimatum ai politici del pianeta. “Voi parlate soltanto di un'eterna crescita economica verde poiché avete troppa paura di essere impopolari. - ha detto la ragazza ai leader mondiali - Voi parlate soltanto di proseguire con le stesse cattive idee che ci hanno condotto a questo casino, anche quando l'unica cosa sensata da fare sarebbe tirare il freno d'emergenza. Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno. Lasciate persino questo fardello a noi bambini”. E’ stata Greta l’ideatrice del FridaysForFuture, candidata anche al Premio Nobel per la Pace, che ha spinto molti giovani di tutto il mondo a esprimere quel sentimento di sensibilità verso l’ambiente che spesso non viene compreso o lasciato a se stesso. Le emozioni di oggi se espresse, come nel caso della sedicenne, possono diventare dei macigni e creare un movimento capace di far tremare quegli interessi politici che vanno contro il benessere dell’ambiente. Il fiume di ragazzi di questa mattina si faceva strada lentamente e compatto, come se quei 15 mila fossero una squadra unica che camminava verso la speranza del cambiamento.



“Non ci siamo riusciti noi scienziati a far movimentare così tanta gente, ma una ragazza si” ha detto una professoressa dell’Università di Urbino Carlo Bo al termine della manifestazione che è sfilata lungo viale della Vittoria e corso Garibaldi fino a piazza Roma. “Adesso sta accadendo che i giovani stanno diventando consapevoli di quello che sta succedendo. - ha concluso la docente - Spero che si comprenda che non bisogna più delegare agli altri, ma che bisogna essere attori. La vostra è l’ultima generazione che può fare qualcosa”. Dopo la professoressa, è intervenuto un’economista della stessa Università, che ha ricordato quali sono i Paesi con maggiori responsabilità nelle emissioni: “Gli Stati Uniti e l’Europa sono responsabili del 48% del cambiamento climatico. La Cina immette poco meno di un terzo delle emissioni di gas serra e lo fa non solo per i cittadini cinesi, ma soprattutto per la produzione di prodotti a basso costo che poi vengono consumati in Europa”. L’economista ha sottolineato gli effetti negativi e positivi del cambiamento climatico: “A causa dell’innalzamento dei mari, ci attendono dei fenomeni migratori inarrestabili. Questo per la parte negativa, mentre quella positiva è che il cambiamento potrebbe diventare un’opportunità per le nostre economie. Mettendo in atto politiche per cambiare le nostre infrastrutture per riuscire a ridurre l’impatto sull’ambiente”. E’ poi arrivato il momento di uno degli organizzatori del FridaysForFuture di Ancona, Sirio Papa, 22 anni: “Ognuno di noi si deve impegnare. Il problema deve essere ascoltato, non possiamo accettare l’opportunismo e le prese in giro. Quindi tocca a noi giovani farlo. Abbiamo il dovere morale di farlo e dobbiamo rappresentare il cambiamento”.


Foto © Stefano Centofante e Jamil El Sadi

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