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di Aaron Pettinari
L'ex pentito Pavia sarà sentito davanti al Gip il prossimo 13 marzo

Lo storico malavitoso torinese, vicino alla famiglia Belfiore, e già collaboratore di giustizia, Vincenzo Pavia, verrà sentito come testimone, in sede di incidente probatorio, il prossimo 13 marzo, dal gip di Milano Stefania Pepe nell'ambito del filone di indagine a carico dell'ex militante di Prima Linea, Francesco D'Onofrio, sull'omicidio del procuratore di Torino, Bruno Caccia.
L'inchiesta è condotta dalla Procura generale di Milano che ha avocato l'inchiesta nel novembre scorso dopo che la Procura aveva chiesto l'archiviazione. A quest'ultima, tramite l'avvocato Fabio Repici, si era opposta la famiglia Caccia.
Ora il Gip vuole approfondire alcuni temi, accogliendo la richiesta del sostituto pg Galileo Proietto di sentire Pavia chiedendogli di riferire se, all'epoca dell'omicidio del magistrato, ucciso nel giugno 1983, D'Onofrio "frequentava il gruppo dei calabresi facenti capo a Domenico Belfiore o se comunque è mai stato notato con appartenenti al predetto gruppo".
Certo è che Pavia, già nel dicembre 1995, aveva rilasciato alcune dichiarazioni sul delitto. “Se parlo dell’omicidio Caccia devo coinvolgere carabinieri e magistrati, per il momento non mi sento sicuro”, aveva detto ai magistrati. “Temo per la mia famiglia - aggiungeva - e non voglio far riaprire fascicoli chiusi, ci sono coinvolte molte persone, carabinieri e altri (...). Ho delle sorelle e dei fratelli, ho paura che gli succeda qualcosa”. Addirittura il pentito affermava di aver preso parte a discussioni per l'omicidio ed aver partecipato, molti mesi prima, “a sopralluoghi per individuare Caccia” anche assieme a Placido Barresi (altro cognato di Belfiore però assolto nel processo, ndr).
Adesso Pavia dovrà tornare a testimoniare. Per l'omicidio del giudice Caccia è stato condannato in via definitiva, come mandante, Domenico Belfiore, boss della 'Ndrangheta e a capo dell'omonimo clan. Nel febbraio scorso, la Corte d'Assise d'Appello di Milano ha confermato la condanna al carcere a vita per Rocco Schirripa, panettiere 65enne ritenuto esecutore materiale del delitto del magistrato.

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