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Ieri pomeriggio, a Catania, si è tenuta la manifestazione in ricordo di Giuseppe Fava, cronista e scrittorie, fondatore del mensile "I Siciliani" che fu assassinato il 5 gennaio 1984, davanti all'ingresso del teatro Stabile di Catania. Con le sue inchieste stava contribunedo a denunciare quegli intrecci oscuri tra la mafia la politica e l'imprenditoria mantenendo fede a quel ruolo che lui stesso aveva attribuito all'essere giornalista (“Io ho un concetto etico di giornalismo. Un giornalismo fatto di verità, impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, sollecita la costante attuazione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo si fa carico di vite umane. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare, le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze, che non è stato capace di combattere”). Così nel pomeriggio, alle 16, si è tenuto un corteo da Piazza Roma fino al luogo in cui fu ucciso. Una manifestazione promossa da "I Siciliani" a cui hanno adito diversi movimenti ed associazioni. Alle 17 c'è stata la commemorazione alla presenza dei familiari.
Per il vice presidente nazionale dell'Unci, Leone Zingales, "il suo ricordo è sempre vivo nei cuori dei siciliani onesti e di coloro che lo hanno apprezzato come uomo, come giornalista coraggioso e come scrittore". "Siamo vicini - ha aggiunto - al figlio Claudio e a tutti i familiari". Per il Presidente regionale dell'Unci, Andrea Tuttoilmondo,
"Giuseppe Fava rappresenta un modello di professionalità e coraggio". "Un esempio - ha osservato - per intere generazioni di cronisti. Professionisti che, nonostante la precarietà e gli attacchi di ogni genere, hanno lavorato alla ricerca di verità".
Per il Presidente della sezione catanese dell'Unci Filippo Romeo: "Il 5 gennaio a Catania è ormai una data simbolo per i giornalisti, ma anche per la società civile e per l'intera città. Ricordarla serve a rinnovare il forte impegno di Pippo Fava che, con le sue inchieste, diede fastidio alla mafia e che per questo venne assassinato. Una ricorrenza che quest'anno, alla luce di attacchi alla libertà di stampa e continue minacce alla categoria, ha un valore più importante e significativo".


Anche il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha voluto ricordare il giornalista: "L'assassinio di Giuseppe Fava, trentacinque anni fa per mano della mafia, fu un attacco frontale ai valori di libertà, giustizia e democrazia. Valori che il giornalista siciliano promuoveva e difendeva strenuamente. Simbolo della lotta alla criminalità organizzata e di una informazione libera e coraggiosa, Fava interpretava la propria professione nella sua accezione più nobile: una missione civile da svolgere in prima linea, con senso di responsabilità. Il suo è stato un esempio di coraggio civile contro la rassegnazione, la connivenza e l'omertà. Un esempio che ancora oggi contribuisce a definire la cifra peculiare di una battaglia, quella contro le mafie, che deve essere corale e incondizionata"

Foto © Marco Benanti

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