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bacchi benedetto c igor petyx 850di AMDuemila
Associazione a delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, raccolta abusiva di scommesse, truffa ai danni dello Stato, reimpiego e intestazione fittizia di beni, traffico di stupefacenti: sono questi alcuni dei reati indicati nella richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura di Palermo ai danni di 55 indagati nell’inchiesta "Game Over". L’udienza preliminare, si legge nell’avviso firmato dal Gip Maria Cristina Sala, si terrà il 15 gennaio alle 9:30 presso la Seconda Corte d'Assise del Tribunale di Palermo.
Dalle indagini della Squadra Mobile, coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore de Luca e condotta dai sostituti Annamaria Picozzi (ora a sua volta procuratore aggiunto), Amelia Luise e Roberto Tartaglia, avevano portato il primo febbraio all’arresto di 31 persone e al sequestro di beni immobili, società e conti correnti bancari.
L'inchiesta aveva fatto emergere come figura chiave l'imprenditore Benedetto “Ninì” Bacchi (in foto © Igor Petyx), accusato di concorso in associazione mafiosa e riciclaggio del denaro dei clan.
Contro di lui le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vito Galatolo il quale aveva detto agli inquirenti che, grazie all'appoggio di Cosa nostra, "si era preso Palermo".
Altri contributi all'indagine sono stati dati anche dai pentiti Gennaro, Guerrera e Zarcone, a cui vanno aggiunte le intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che le dichiarazioni degli indagati nel corso degli interrogatori.
Assieme ad Antonio Lo Baido, scrive la Procura nella richiesta di rinvio a giudizio, Bacchi “stringeva accordi con i capi delle associazioni criminali dei quartieri di Palermo, che avrebbero imposto le loro imprese quali unici soggetti legittimati a gestire videopoker e scommesse online”. In cambio, i due avrebbero garantito alle organizzazioni criminali “un introito fisso o calcolato a percentuale sulle entrate dell’affare”. L’attività di apertura di centri scommesse si svolgeva attraverso marchi - B2875, Onebetsport, LPSport, Aleabet - riconducibili alla società maltese Phoenix International, attualmente in amministrazione giudiziaria. Il referente mafioso dei due indagati era in particolare Francesco Nania, capo della famiglia di Partinico, che avrebbe effettuato “molteplici incontri e riunioni, anche in luoghi riservati, finalizzati alla trattazione di affari illeciti, fra gli altri, quelli nel settore delle scommesse online con altri esponenti di rilievo dell'organizzazione mafiosa, svolgendo funzioni direttive per l'organizzazione e di programmazione di gravi delitti e contribuendo a delineare le linee strategiche dell'operato dell’associazione”. Tra gli uomini ritenuti vicini a Bacchi anche il reggente di San Lorenzo, Girolamo Biondino e il capo della cosca di Porta Nuova, Alessandro D'Ambrogio. Bacchi e Nania - entrambi detenuti nel carcere di Tolmezzo - potranno partecipare a distanza all’udienza.
Con il blitz erano finiti sotto sequestro diversi centri scommesse della città di Palermo e della provincia. Alcuni di questi, però, in seguito al ricordo dei titolari al tribunale del riesame, sono stati riaperti.

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