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di AMDuemila - Video
Sgominato il clan dei Triassi di Ostia

Alle prime luci dell’alba di ieri trecento carabinieri del gruppo di Ostia nel Lazio, Campania, Toscana, Lombardia e Marche hanno eseguito delle ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di quarantadue persone considerate appartenenti ad una delle compagini criminali più strutturate e potenti della zona, storicamente contrapposta a quella della famiglia degli Spada. In ventinove sono finiti in carcere, undici ai domiciliari e due sono sottoposti a obbligo di firma. Oltre agli arresti, sono stati sequestrati beni per due milioni di euro tra cui quattro appartamenti e sei auto. Durante le indagini, condotte dai carabinieri del Gruppo di Ostia e coordinate dalla DDA di Roma, sono stati sequestrati complessivamente circa 150 chili di droga, cinque pistole e due fucili.
Le accuse, a vario titolo, sono: associazione armata finalizzata al traffico di stupefacenti; sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi, minacce e ricettazione. Secondo gli inquirenti, al cui vertice dell'organizzazione c'erano degli 'scissionisti' del clan Triassi. Erano da anni rivali del clan Spada e miravano probabilmente a colmare il vuoto lasciato sul territorio di Ostia dalla 'famiglia' dopo i recenti arresti. L'organizzazione, strutturata in quattro livelli gerarchici, gestiva tre piazze di spaccio: Ostia centro, Ostia ponente (con a capo Marco Esposito, detto 'Barboncino') e Acilia. A capo del gruppo è stato individuato Salvatore Sibio, 75enne ritenuto elemento di spicco in passato della Banda della Marranella. Mentre in posizione immediatamente subordinata Alessandro Pignataro e Fabio Di Francesco, considerati vicini in passato al clan Triassi. Gli inquirenti hanno ricostruito alcuni gravi episodi criminali commessi dagli appartenenti all'organizzazione ed avvenuti a Ostia e zone limitrofi negli ultimi anni.
Nel loro operare non mancavano minacce ed intimidazioni: "Ti stacchiamo un dito. Ti strappiamo i denti con le tenaglie”, dicevano alcuni componenti dell'organizzazione durante il sequestro di un uomo, durato alcune ore, per un debito di droga di 70mila euro. Nell’indagine è stata documentata anche l'atavica rivalità con gli Spada culminata con lo scontro a colpi di coltello e pistola nel 2013 davanti alla sala giochi 'Italy Poker'. Episodio a cui assistette la giornalista di "La Repubblica" Federica Angeli, finita sotto scorta per la sua testimonianza.
Gli investigatori hanno inoltre ricostruito le circostanze del suicidio di un pregiudicato di Cerveteri avvenuto nell'estate del 2016 probabilmente per non poter onorare i debiti contratti con il clan. Non solo. Anche la vicenda dell'esplosione di colpi di pistola contro alcuni buttafuori moldavi della discoteca Gay Village nel 2016.
"Questa operazione è la dimostrazione, ancora una volta, di quanto lo Stato sia presente in quel territorio nonostante tutte le difficoltà" ha sottolineato il procuratore aggiunto della DDA di Roma, Michele Prestipino. A congratularsi per l’operazione eseguita dai carabinieri è stata la sindaca di Roma Virginia Raggi che ha parlato di "un altro colpo alla criminalità organizzata sul litorale di Ostia”. "La risposta delle istituzioni è ferma e univoca: non c'è spazio per la mafia a Roma. Noi non abbassiamo lo sguardo" ha continuato. Anche la presidente pentastellata della Commissione giustizia alla Camera, Giulia Sarti, ha commentato il successo dell’operazione: "Soddisfazione per la notizia del colpo inferto alla malavita di Ostia. Grazie a magistratura e forze dell'ordine altri quarantadue arresti in tutta Italia. Condivido il messaggio di Virginia Raggi: non abbassiamo lo sguardo”.

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