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dellutri marcello 0 c imagoeconomicadi AMDuemila
Appello Milano, difetto estradizione azzera processo e i 4 anni
Non luogo a procedere. Così, per un difetto di estradizione, è stata azzerata la condanna a 4 anni di carcere per Marcello Dell'Utri, tra gli imputati a Milano nel processo di secondo grado per una presunta frode fiscale da 43 milioni di euro e commessa tramite la compravendita di spazi pubblicitari televisivi. La decisione è della seconda Corte d'Appello, presieduta da Guido Brambilla, che ha accolto l'eccezione sollevata dagli avvocati Francesco Centonze e Francesco Bordiga, difensori dell'ex senatore di Forza Italia, attualmente ai domiciliari dopo la condanna definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Di fatto, secondo quanto stabilito, la Procura milanese, nel novembre 2015, quando ha chiesto il rinvio a giudizio per il fondatore di Publitalia e i suoi coimputati accusati anche di bancarotta, avrebbe dovuto richiedere pure l'estensione dell'estradizione disposta il 13 giugno 2014 dal Libano, dove era stato arrestato per la sentenza passata in giudicato. Una svista questa che è sfuggita pure al gup che ha processato e condannato con rito abbreviato Dell'Utri e inflitto pene dai 2 anni e mezzo ai 3 anni e mezzo di reclusione ad altre 4 persone.
Gli avvocati di Dell'Utri hanno depositato una memoria in cui si faceva presente la mancata estensione dell'estradizione "in violazione dell'art. 29 della Convenzione Italia-Libano in tema di cooperazione giudiziaria, ha viziato l'esercizio dell’azione penale". Estensione che riguarda fatti antecedenti all'estradizione e che è "una condizione di procedibilità".
Il sostituto pg Celestina Gravina, basandosi sulla recente riforma Orlando, ha proposto in aula la sospensione del giudizio per procedere all'estensione dell'estradizione, ma l'istanza è stata respinta dalla Corte. Così il processo per l'ex senatore è stato azzerato, riportando il procedimento alla fase di chiusura indagini, mentre è stata stralciata la posizione dei quattro coimputati per i quali il dibattimento proseguirà il 24 e il 31 gennaio prossimi. Tra sessanta giorni sono attese le motivazioni della sentenza. Due sono le possibilità: la Procura generale potrebbe impugnare il provvedimento e in alternativa o in contemporanea la Procura, se intende di nuovo chiedere il processo, avviare una richiesta di procedura di estradizione suppletiva in Libano.

Fonte: ANSA

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