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di AMDuemila - Video
Un'aggressione brutale, con tanto di botte e cinghiate contro il gestore rumeno del Roxy Bar, un caffè in zona Romanina a Roma, ed una giovane disabile. Erano queste le immagini che lo scorso aprile hanno fatto il giro di tv e giornali. Oggi si è tenuto il processo contro gli aggressori e il gup Elvira Tomaselli ha condannato i tre Di Silvio: a 4 anni e 10 mesi Alfredo, a 4 anni e 8 mesi suo fratello Vincenzo e a 3 anni e due mesi il nonno, Enrico. I tre erano accusati, a seconda delle posizioni, di lesioni, violenza private e minacce aggravate dal metodo mafioso. Il processo al quarto imputato, Antonio Casamonica, che ha scelto di essere processato con rito ordinario, è fissato per oggi davanti ai giudici della sesta sezione penale del tribunale ed è attesa la testimonieranno dei coniugi Roman, Marian e Roxana, che hanno denunciato gli aggressori e sono diventati il simbolo di una “periferia romana che reagisce”.
I quattro vennero arrestati l'8 maggio scorso, a quasi quaranta giorni dal fatto avvenuto nel "Roxy bar" in una operazione che coinvolse uomini della Squadra mobile e dello Sco. Secondo l'impianto della Procura, Casamonica, Alfredo e Vincenzo Di Silvio, furono gli autori materiali del pestaggio. Enrico, il "nonno", ha invece cercato, due giorni dopo i fatti, di intimidire le vittime che avevano presentato denuncia prima offrendo denaro poi passando alle vie di fatto con tanto di minacce ("allora volete la guerra") nel momento in cui c'è stato il rifiuto delle vittime di ritirare la denuncia.
Nell'ordinanza di arresto il Gip ricostruì tutte le fasi di quell'azione violenta ma definì anche come "sconcertante" il comportamento "tenuto dai numerosi soggetti che hanno assistito all'aggressione". In molti, infatti, non mossero un dito "non osando neppure allontanarsi dal locale per allertare le forze dell'ordine".

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