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raimondi bennardo mercatinoL'appello del ceramista vittima di usura che chiede solo di poter vivere con il suo lavoro
di AMDuemila
In questi giorni di festività, l'appello acorato di Bennardo Raimondi, il ceramista vittima di usura che da anni vive in una condizione di indigenza senza riuscire a poter lavorare degnamente, è tornato a capeggiare attraverso i popolari social network.
Raimondi parla di "una speranza che non sia vana per nessuno, troppi dolori troppe delusioni troppi lutti assillano la nostra vita, ma la venuta di Gesù ci dia la forza, il coraggio e la speranza di andare sempre avanti nonostante le difficoltà".
Lo scorso mese di ottobre Raimondi ci aveva raccontato di come, nei mesi di agosto e settembre, aveva cercato di “tirare avanti” con dei sorteggi di beneficenza mettendo in palio le sue opere di ceramica, iniziative andate sempre a buon fine ma non sufficienti per mantenere una famiglia di sei persone. “L'assistente sociale è mortificata - aveva evidenziato - perchè non ci sono più fondi da nessuna parte: né alla Caritas, né in regione, né in provincia, almeno prima la Caritas mi passava la spesa...”.
L'artigiano ceramista aveva ribadito che dopo aver perso la sua azienda e denunciato i suoi strozzini si è visto chiudere in faccia diverse porte. “Io non voglio chiedere la carità, vorrei solo poter ricominciare a lavorare, avere l'opportunità di esporre i miei manufatti e venderli” ma “sono sempre meno i parroci che mi lasciano allestire un banchetto fuori dalle porte della chiesa”. Per non parlare delle associazioni antiracket “ho fatto diverse proposte di collaborazione anche per andare nelle scuole gratuitamente per portare la mia testimonianza così da farmi conoscere, trasmettere ai ragazzi il mio lavoro e magari riuscire a vendere qualcosa allestendo un piccolo banchetto. - aveva spiegato Bennardo - Non mi hanno mai voluto aiutare, nemmeno le associazioni che invece dovrebbero sostenere chi ha denunciato la mafia”.
Preghiere ma nessun aiuto concreto invece dall'ordine dei francescani a cui si è rivolto l'artigiano: “Io seguo il pensiero francescano da 36 anni, le preghiere seppur utili non bastano a pagare le bollette”.
In passato l'artigiano aveva trovato una mano aperta con il vescovo di Monreale ma anche lui ora si trova in difficoltà, “mi ha chiamato il suo sacerdote mortificato perchè non hanno fondi per aiutarmi, hanno avuto diversi tagli”.
Un quadro sociale abbastanza desolante in cui i primi a risentirci sono di solito i più deboli. La soluzione? “Non sono certo gli interventi palliativi, non risolvono il problema - aveva sottolineato l'artigiano - io chiedo di ricominciare a lavorare, ci sono molti beni confiscati alle mafie dove potrei fare dei laboratori per i ragazzi e continuare il mio lavoro”. Anche “portare la mia testimonianza in televisione è un aiuto per me - aveva aggiunto Bennardo - ad esempio ora c'è un avvocato che, dopo aver conosciuto la mia storia su rete4, mi sta aiutando da Reggio Calabria per far fronte alla cartella esattoriale di agosto”.
Alla politica la vittima di usura invece aveva chiesto di “non essere indifferenti” perché se ci sono “sempre meno denunce da parte dei commercianti è perchè la gente ha paura anche di rimanere sola”. Ad agosto il grido di aiuto di Bennardo Mario Raimondi sembrava essere stato ascoltato dall'onorevole Davide Faraone che assieme alla testimone di giustizia Valeria Grasso aveva incontrato l'artigiano.“Mi avevano fatto delle promesse ma ad oggi non mi hanno fatto sapere più niente, Valeria Grasso mi ha detto che sta cercando di fare qualcosa ma altro non so” racconta Bennardo.
Ho contattato l’agenzia dei beni confiscati - aveva spiegato Valeria Grasso - ed ora attendo che mi diano un appuntamento. Purtroppo - continuava la testimone di giustizia - gli iter burocratici richiedono tempi lunghi, per questo, per aiutarlo nel quotidiano, ho messo a disposizione di Bennardo Mario la mia palestra per fare delle esposizioni delle sue opere”.
Nel frattempo, però, il tempo passa e in queste giornate dove ci si scambia gli auguri, quello più urgente per la famiglia Raimondi è sempre lo stesso: uscire da una gravissima situazione di indigenza attraverso la dignità del proprio lavoro.

Chi volesse acquistare un'opera di Bennardo Raimondi o sostenerlo liberamente può trovare tutte le info necessarie sul sito: bennardomarioraimondi.weebly.com
PostePay n. 5333 1710 1090 1441 /  C. fiscale RMNBNR61E14G273I  /  IBAN IT82C0760105138270595870599

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