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agenzia beni sequestrati confiscatidi AMDuemila
L’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata chiuderà le sedi di Palermo, Napoli e Milano mentre resteranno aperte le sedi di Roma e Reggio Calabria. Ciò viene stabilito in base al nuovo codice antimafia, entrato in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 4 novembre scorso. "Lo stabilisce la nuova legge - ha dichiarato il prefetto Ennio Mario Sodano, nuovo direttore dell'Agenzia - Stiamo cercando di capire come riorganizzare il lavoro. Le sedi di Milano, Napoli e Palermo per ora continuano a lavorare, poi dovremo comprendere se mantenerle come presidii in un'altra forma". Il codice antimafia stabilisce che "la sede principale è a Roma, la sede secondaria a Reggio Calabria ed è posta sotto la vigilanza del Ministro dell'interno". La novità, di cui si è discusso nei mesi scorsi quando la razionalizzazione degli uffici era ancora un'ipotesi, ufficialmente non è stata ancora comunicata al personale dell'agenzia di Palermo. A luglio la prospettiva della chiusura aveva suscitato le critiche della Cgil che ne aveva fatto una questione non solo simbolica, visto che il maggior numero di sequestri e confische in Italia viene disposto proprio in Sicilia. "Noi andiamo avanti col lavoro - hanno commentato dalla sede palermitana - Ci faranno sapere da Roma che intenzioni hanno perché ancora non sappiamo nulla di ufficiale”. 
Proteste sulla chiusura della sede siciliana vengono sollevate dal segretario della Camera del Lavoro di Palermo, Mario Ridulfo: "Non leggere la sede di Palermo tra quelle dell'agenzia dei beni confiscati nella nuova legge è incredibile. Il 43% dei beni confiscati è nella nostra Regione. Qui abbiamo bisogno di un punto di riferimento dove potere discutere di molti temi aperti sulla gestione dei beni e delle società". "Abbiamo chiesto che a Palermo resti una sede dell'agenzia. Lasciarla sotto il controllo del Ministero degli Interni è stato un errore. - ha aggiunto - Non serve solo la gestione poliziesca dei beni. Ci sono tante questioni aperte sui lavoratori, sulla produttività delle imprese che dovrebbero essere affrontate con diversi soggetti. Per questo noi avevamo chiesto che l'agenzia fosse sotto il controllo della Presidenza del Consiglio dei ministri". "Adesso i nuovi tavoli in prefettura sono una nuova opportunità, ma la sede a Palermo è una risorsa di cui non si possiamo fare a meno. - ha concluso - Serve un punto di riferimento fisico dove affrontare i temi sulla gestione”.
 
Fonte ANSA

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