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pettinari vitali pseSecondo l’attore “oggi manca la capacità di indignarsi”
di Davide de Bari
“Le stragi mettono in difficoltà le persone per tempi brevi, perché successivamente tutto ricomincia e la vita riprende tranquillamente. Sicuramente una delle salvezze dell’uomo è proprio questo, ma altresì uno dei problemi maggiori. Perché la memoria viene meno e quindi anche l’indignazione. Svaniscono tutti quei sentimenti che dovrebbero essere tramandati da padre in figlio e credo sia il problema più grande dell’attuale deficit generazionale. Non siamo più capaci di indignarci e mantenere tale indignazione, per far sì che possa diventare il motore di un’idea, movimento o di persone ugualmente indignate che vogliono risolvere dei problemi”. E’ con queste parole che l’attore Giobbe Covatta è intervenuto telefonicamente durante la presentazione del libro “Quel terribile ‘92” (edito da Imprimatur) scritto dal giornalista Aaron Pettinari. Una piccola sorpresa che l’autore, a suo stesso dire, ha voluto riservare a Porto Sant’Elpidio, la città in cui è “nato e cresciuto”. La presentazione del libro si è svolta lo scorso martedì nell’ambito dell’“Anghiò Festival del Pesce Azzurro”. Covatta, uno dei venticinque personaggi intervistati nel libro, ha rilasciato un’inedita riflessione sul 1992. E rispondendo alla domanda del moderatore, Raffaele Vitali (direttore de laprovinciadifermo.com) se il nostro paese stia ancora lottando la mafia o no, ha risposto con ottimismo: “Noi siamo un popolo straordinario e riusciamo a incassare tanto. Ma prima ancora di cadere in ginocchio riusciamo a sferrare un pugno fortissimo. Siamo comunque in grado di reagire al momento giusto”.

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Tra il profumo di pesce e la buona cucina Pettinari, ha fatto memoria dei molteplici eventi avvenuti nel 1992. Un anno che, secondo l’autore, ha “cambiato la storia” per il susseguirsi di numerosi fatti, come “la conferma della Corte di Cassazione delle condanne del maxi-processo, l’uccisione dell’onorevole Salvo Lima, l’inchiesta Mani Pulite scoppiata con l’arresto di Mario Chiesa”. L’idea di “Quel terribile ‘92" è “quella di dare voce a noi cittadini cercando di ricordare e intraprendere una scelta, soprattutto i giovani, per resistere, informarsi e impegnarsi, perché la mafia non è rimasta al 1992”. Le storie raccolte nel libro “vogliono essere una sorte di memoria collettiva - ha continuato l'autore - per tramandare le sensazioni di chi era presente in quell’anno”, attraverso 25 voci di artisti, cantanti, comici e personaggi pubblici che cercano di raccontare quell’anno. All’interno dei racconti ci sono personaggi che hanno provato a reagire, “come Manuel Agnelli che decise di scendere in campo, manifestando davanti al tribunale di Milano”. C’è chi invece, come Flavio Tranquillo, ha sfatato il mito che “non tutti conoscevano - ha detto il giornalista - Falcone e Borsellino, chi erano e l’importanza delle loro figure”. L’indifferenza che si trasforma in impegno, come nel caso del cronista sportivo di Sky Sport, attraverso incontri importanti come quello con il Procuratore di Caltanisetta, Sergio Lari. “E da quel momento - ha continuato il capo redattore di ANTIMAFIADuemila - Flavio cambia idea, capendo l’importanza di raccontare quei fatti che non sono passati”.

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“Informarsi è sempre più difficile e dove può informarsi un cittadino di argomenti come la mafia?”, ha domandato Vitale all’autore che ha risposto evidenziando la difficoltà, oggigiorno, di informarsi, poiché “di mafia si parla molto poco, come se fosse un problema di scarso interesse invece non è così! Bisogna informarsi e sentire i pareri di magistrati che hanno raccolto il testimone di Falcone e Borsellino come Nicola Gratteri, Roberto Scarpinato e Nino Di Matteo. Quest’ultimo è l’uomo più scortato d’Italia, come hanno rivelato diversi collaboratori di giustizia, a suo carico erano pronti 150kg di tritolo. Quasi nessuno ne era a conoscenza…”.
Molte sono le riflessioni che sono emerse dagli eventi di “Quel terribile ‘92” ed è proprio l’obbiettivo dell’autore: quello di farsi domande davanti a fatti che hanno “caratterizzato la storia della nostra nazione”.
È anche intervenuto il sindaco, Nazareno Franchellucci, che ha voluto portare i saluti dell’amministrazione comunale ed ha ricordato l’importanza di “raccontare la storia di quegli anni a quei giovani che non c’erano ancora. Il fatto che molti ragazzi, oggi, non ricordano e addirittura ne sfregino la memoria è un qualcosa che deve essere assolutamente combattuto con le azioni quotidiane di tutti noi, di noi amministratori e con cronisti e giornalisti bravi”.

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