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via di palermoDue arresti per il tentato omicidio del pusher
di AMDuemila
Nella giornata di ieri sono stati arrestati Vincenzo Viviano, cognato dei fratelli Mazzè accusati in passato di mafia e Vincenzo Maranzano per il tentato omicidio di Khemais Lausgi, conosciuto come “Gabriele Alì”, il ras dello spaccio allo Zen. L’aggressione è avvenuta lo scorso ottobre nel quartiere Zen di Palermo. Viviano e Maranzano, dopo aver attirato la vittima fuori da una festa, secondo le indagini, lo avrebbero accoltellato e colpito con alcuni spari di pistola. Un agguato che non ha ucciso Alì ma lo ha mandato in coma. Il motivo dell’agguato, dicono gli inquirenti, potrebbe essere una guerra fra gruppi per il controllo della droga nel quartiere.
Khemais Lausgi, sebbene risultasse essere nulla tenente e disoccupato, non sembrava passarsela male con ville, appartamenti e addobbi preziosi. La guardia di Finanza giusto qualche mese prima dell’agguato aveva sequestrato al pusher una villa e due appartamenti a Carini.
Molto probabilmente Lausgi, aveva fatto strada nel business dello spaccio entrando però in contrasto, ad un certo punto, con altri pusher legati a Viviano e Maranzano.
Un pregiudicato poche ore dopo l’agguato diceva al telefono: “Il figlio di Glaudino (Claudio Viviano, ndr) ha sparato ad Alì”. Ed è proprio grazie ad alcune intercettazioni effettuate nel quartiere Zen, dove nessuno ha voluto parlare con gli inquirenti, che la squadra mobile è riuscita a risalire ai due attentatori. Lo stesso Alì non è uscito dal codice dell’omertà ed ha dichiarato di non aver visto il volto dei suoi attentatori.

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