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fini giancarlo c ANSA GIUSEPPE LAMIL'ex presidente della Camera ponte tra i Tulliani e Corallo
di AMDuemila
Gianfranco Fini non sarebbe stato all'oscuro degli intrallazzi dei suoi famigliari con il re delle slot machine, Francesco Corallo (arrestato a dicembre scorso). Anzi, secondo la Procura di Roma, l'ex presidente della Camera ed ex leader di An ebbe un ruolo centrale nel favorire i rapporti tra Corallo e i Tulianni. Nella giornata di ieri la Guardia di Finanza ha sequestrato, soldi e beni per un valore di circa 5 milioni di euro ad Elisabetta, Giancarlo e Sergio Tulliani, rispettivamente moglie, cognato e suocero di Fini, i quali sono indagati per riciclaggio del denaro di Corallo, titolare della società Atlantis. Soldi accumulati illegalmente, secondo l'accusa, attraverso una sostanziale truffa ai danni dello Stato. Ora anche Fini è indagato per concorso esterno nello stesso reato ma lui si dice “sereno” riponendo “la sua fiducia nella magistratura”.

La vacanza a Saint Martin e i primi rapporti
Fini, infatti, conobbe Corallo ben prima che entrassero in scena i Tulliani. Fu l'ex deputato Pdl Amedeo Laboccetta (arrestato anche lui a dicembre scorso) a far incontrare i due, portando nel 2004 l'allora presidente della Camera, ed altre 14 persone, in vacanza sull'isola di Saint Martin, ospiti per due settimane del re dei videogiochi.
A raccontare quei giorni ai magistrati è lo stesso Laboccetta, referente di Corallo per l'Italia.
“Atlantis- Bplus aveva appena ricevuto la concessione italiana per l’attivazione e la conduzione della rete. Al termine del soggiorno Fini suggellò con Corallo un’intesa che è stata utile ad Atlantis- Bplus nei rapporti con l’amministrazione dei Monopoli”. Addirittura, quando nel 2005 Atlantis ebbe dei problemi con l’amministrazione, intervenne direttamente il segretario di Fini, Francesco Proietti Cosimi per “risolvere il problema con il direttore dei Monopoli, Giorgio Tino”.

L'entrata in gioco dei Tulliani
Laboccetta racconta anche di quando “tra il 2006 e il 2007, Fini cercò di far concludere un affare immobiliare a Giancarlo Tulliani presentandolo come intermediario per l’acquisto di una proprietà a Roma cui era interessata la società concessionaria di Corallo” . E qui le indagini sembrano confermare la ricostruzione dell'ex deputato Pdl: “Risulta che nel giugno 2007 Giancarlo Tulliani, quale vice presidente esecutivo della società Wind-Rose International, si adoperasse per individuare un immobile a uso ufficio per la sede dell’allora Atlantis World Gioco Legale” scrive infatti il pm. L'affare poi non andò in porto ma le frequentazioni continuarono come testimonia il fatto che alla festa di compleanno della prima figlia di Gianfranco Fini ed Elisabetta Tulliani, “parteciparono pochi parenti, qualche personaggio politico, compagni di partito nonché Francesco Corallo e la sua compagna”.
A quell’epoca, secondo le dichiarazioni di Lamboccetta, “Giancarlo ed Elisabetta Tulliani avevano già beneficiato di molto denaro dal miliardario, che aveva disposto il duplice acquisto dell’appartamento di Montecarlo proprietà di An, di cui erano divenuti proprietari occulti”.
A riguardo il gip Simonetta D’Alessandro, nell’ordinanza di sequestro, scrive: “Stupisce davvero che un imprenditore del calibro di Corallo crei in capo ad interlocutori che non conosceva se non per i loro rapporti con Fini e Laboccetta una cospicua disponibilità immobiliare e finanziaria”.
E aggiunge “i Tulliani sicuramente capivano l’illiceità dei contegni cui si accingevano” così come sarebbero stati consapevoli dell’interesse di Corallo a tenere buoni rapporti con “esponente centrale” del Governo come Fini.
Secondo gli inquirenti il riciclaggio di denaro era “strettamente correlato” con le leggi fatte in favore di Corallo.

Foto © Ansa/ GIUSEPPE LAMI

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