Presunta truffa sul numero di presenze di migranti
di AMDuemila
Perquisizioni e sequestri sono stati eseguiti dalla Polizia, che ha notificato avvisi di garanzia nei confronti di sei indagati dalla Procura di Caltagirone (l’inchiesta è coordinata dal procuratore Giuseppe Verzera) per una presunta truffa da un milione di euro nella contabilità sulle presenze di migranti nel Cara di Mineo.
L'indagine ipotizza, a vario titolo, i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ai danni dello Stato e dell'Unione Europea. Al centro dell'inchiesta la contabilità relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti del Cara di Mineo, finalizzata alla liquidazione delle somme spettanti al cosiddetto ente gestore: secondo la Procura di Caltagirone sarebbero stati rendicontati e corrisposti, dal 2012 al 2015, importi superiori a quelli dovuti, per un ammontare di circa un milione di euro. Agenti della squadra mobile di Catania e del commissariato della polizia di Stato di Caltagirone hanno eseguito nei confronti dei sei indagati, in diverse regioni, un decreto di perquisizione e sequestro e contemporaneamente stanno notificando le informazioni di garanzia. Il provvedimento deriva dagli esiti delle indagini attivate dalla polizia di Stato su un filone del procedimento 'Mafia Capitale' della Procura di Roma sulla gara d'appalto, indetta il 24 maggio del 2014, per la gestione triennale dei servizi del Cara di Mineo, ritenuta illegittima nel febbraio del 2015 dall'Autorità nazionale anticorruzione, con parere del presidente Raffaele Cantone. Su questo filone è ancora aperto un fascicolo alla Procura distrettuale di Catania.
L'accusa di aver gonfiato gli elenchi delle presenze dei migranti è stata contestata al direttore del Cara di Mineo, Sebastiano Maccarrone, al presidente e al consigliere delegato della cooperativa Sisifo, Salvo Calì e Roberto Roccuzzo; all'amministratore delegato della 'Casa della solidarietà consorzio di cooperative sociali', Cosimo Zurlo; al direttore generale del consorzio calatino terre d'accoglienza, Giovanni Ferrera; e a una componente del vertice amministrativo del Cara, Andromaca Varsano. I soggetti attuatori sono estranei all'inchiesta. Nel decreto della Procura si contesta "l'attestazione di false e reiterate richieste di rimborso per spese", certificando, "contrariamente al vero", la "presenza di migranti, in effetti assenti".
Fonte ANSA
In foto: l'ingresso del Cara di Mineo
Mafia Roma: sei indagati per Cara Mineo
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