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aemilia procPrevista la deposizione del maresciallo Calì
di Sara Donatelli
Continuerà oggi la deposizione del Maresciallo Calì al processo Aemilia. Le parole del carabiniere arrivano subito dopo quelle dell’ex comandante dei carabinieri Andrea Leo, ascoltato la settimana scorsa. Sia Calì che Leo stanno descrivendo l’intero sistema criminale operante in Emilia Romagna, soprattutto nel triangolo Piacenza- Reggio Emilia- Modena. Le indagini ebbero inizio a causa di un incendio, nel settembre del 2009 a Castelvetro Piacentino, ai danni di una Bmw. Inoltre, proprio nello stesso periodo arrivò, ai carabinieri di Fiorenzuola D’Arda, un esposto anonimo in cui si faceva riferimento ad un giro di false fatturazioni da parte di aziende collegate a imprenditori di origine cutrese. Questo scenario ben si colloca anche all’interno di un quadro più ampio, ovvero quello che emergeva, nel 2005,  a seguito dell’inchiesta Grande Drago che stabilì come già negli anni 2000 era presente una cellula di ‘ndrangheta originaria di Cutro che operava sul territorio emiliano. Il Maresciallo Calì, durante la scorsa udienza, ha analizzato il ruolo di varie personalità di spicco coinvolte nel processo Aemilia: partendo da Romolo Villirillo e Francesco Lamanna, passando per Nicolino Sarcone e Salvatore Muto, fino ad arrivare ai fratelli Vetere. Tutti questi personaggi svolgevano un ruolo attivo in quello che era divenuto il metodo attraverso il quale ripulire il denaro sporco proveniente dalle attività illecite della cosca, ovvero un giro di false fatturazioni emesse per operazioni inesistenti. Il carabiniere, però, si è a lungo soffermato anche sulla figura di Maurizio Cavedo, ex poliziotto, adesso detenuto in Venezuela per spaccio internazionale di droga. Cavedo, non solo ha intessuto rapporti con questi personaggi, ma forniva loro anche importanti notizie relative a indagini o accertamenti che venivano fatti nei loro confronti.  Le ultime udienze hanno visto, inoltre, la presenza in aula di alcuni studenti delle scuole di Argenta e Reggio Emilia, la cui presenza non era stata gradita da molti imputati e parenti, tanto che si è reso necessario l’intervento del Presidente Caruso, il quale ha sottolineato quanto la presenza dei ragazzi sia di fondamentale importanza per lo sviluppo di una coscienza critica basata sulla legalità.

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