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centropadrenostro via cappellodi Miriam Cuccu
Nuovo raid al Centro Padre Nostro, fondato nel quartiere palermitano di Brancaccio dal prete antimafia Pino Puglisi. La notte di Pasqua ignoti si sono introdotti nel campo polivalente del Centro di Accoglienza, in vicolo Salvatore Cappello, rubando nove pali della recinzione.
"A breve verrà attivata la linea ADSL che ci consentirà di installare l’impianto di videosorveglianza, ormai ultimo deterrente. - scrive il presidente Maurizio Artale, a margine dell'ultimo episodio - Lo installeremo a nostre spese, considerato che la Prefettura di Palermo, dopo circa due anni, non ha ancora risposto all’informativa richiesta dalla Regione Siciliana per la concessione di un contributo al Centro di Accoglienza Padre Nostro, finalizzato all’installazione degli impianti di videosorveglianza presso i suoi obiettivi sensibili".

Si tratta dell'ultimo atto vandalico ordito ai danni del campo, che si aggiunge a quelli compiuti lo scorso febbraio, l’11 e il 24. In quell' occasione era stata tagliata e in parte rubata la rete che si trovava attorno al campo di calcetto del centro, e i paletti erano stati abbattuti.
"È possibile che, ancora oggi, dopo 22 anni di intimidazioni da parte dei “soliti noti”, le forze dell'ordine non abbiano compreso che quest'ultimo è un obiettivo sensibile da tutelare?" si chiedeva Artale, che aveva richiesto un tavolo sulla sicurezza in modo da prendere specifici provvedimenti per tutelare il Centro di Accoglienza, unica vera alternativa alla strada, a Brancaccio, per i bambini e i ragazzi del quartiere. "Dal 14 Gennaio dello scorso anno la Regione Siciliana attende una relazione della Prefettura di Palermo sulla natura degli atti intimidatori ripetutamente subiti. - aveva detto ancora il presidente del Padre Nostro - Questa relazione ci permetterebbe di accedere ai fondi regionali per l’istallazione della videosorveglianza".

A Maurizio Artale e a tutti i collaboratori del Centro Padre Nostro la totale solidarietà e l'abbraccio della redazione di AntimafiaDuemila

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