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vannini marcoSi attende la risposta del Ministro Orlando
di Francesca Mondin
Oltre 21 mila sono le firme raccolte per chiedere che venga fatta giustizia e soprattutto che si giunga alla verità sulla morte del giovane Marco Vannini. Il ragazzo ventenne ferito da una pallottola a casa della sua fidanzata a Ladispoli lo scorso 17 maggio, ma inspiegabilmente soccorso ore dopo l'accaduto e quindi morto nella notte.
I giorni scorsi i promotori della petizione popolare "Verità e Giustizia per Marco Vannini" hanno inviato al Ministro della Giustitizia Orlando la richiesta di depositare le firme raccolte fino ad oggi nelle piazze. Resta intanto aperta la petizione condotta parallelamente su change.org . Molte sono state le persone che hanno espresso la loro vicinanza alla famiglia dopo il drammatico e poco chiaro omicidio, il cugino di Marco ha aperto un gruppo facebook "GIUSTIZIA E VERITÀ X MARCO VANNINI" al fine di riunire quanti hanno a cuore questa la verità per Marco.
La vicenda è tragica quanto misteriosa.

Antonio Ciontoli, padre della fidanzata e militare del Rud, si è autoaccusato parlando di un colpo partito accidentalmente mentre Marco era nella vasca da bagno. Ora i quattro famigliari presenti la notte della tragedia (Cintoli, la moglie Maria Pezzillo, la figlia Martina, il figlio Federico, ndr) sono accusati dalla procura di Civitavecchia, che ha chiuso le indagini a novembre scorso, di omicidio volontario con dolo eventuale, che applicato al caso varrebbe a dire che i Ciontoli erano consapevoli della possibilità di morte di Marco ma hanno accettato il rischio consapevolmente. Mentre per la fidanzata del fratello Federico, Viola Giorgini, presente anche lei quella notte, la contestazione è di omissione di soccorso.    
Secondo l'accusa se Marco Vannini fosse arrivato subito in una sala operatoria si sarebbe potuto salvare. Dopo essere stato ferito il ragazzo infatti non viene soccorso subito, solo dopo venti minuti circa il fratello della fidanzata chiama 118 ma dopo annulla la chiamata. A mezzanotte passata c'è la seconda telefonata e Antonio Ciontoli non fa nessun riferimento ad una ferita da arma da fuoco ma parla di una ferita provocata da un pettine. Solo verso l'una di notte ad un medico viene fatto chiaro riferimento ad un arma da fuoco. Sono le 3 di notte circa quando Marco muore per shock emorragico.
Una vicenda angosciante che solleva molti interrogativi. "Troppo tempo si è perso quella tragica sera, tempo prezioso che i componenti della famiglia Ciontoli hanno trascorso per fare cosa? - si legge nell'appello lanciato su change.org - per ripulire? per nascondere? per progettare un piano da condividere tutti e cinque, perchè tanti erano gli adulti presenti in quella casa mentre il giovane Marco implorava aiuto e chiedeva di sua madre." e ancora: "Cosa hanno fatto il sig. Ciontoli, sua moglie, la fidanzata di Marco, Martina, il fratello di lei con la propria compagna, possibile siano rimasti a guardare lasciando morire sotto i loro occhi un giovane che dicevano di amare?". Si attende ora che la giustizia faccia il suo corso con la speranza di arrivare presto alla verità.

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