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de magistris luigi webdi AMDuemila

L’ex magistrato Luigi de Magistris, oggi sindaco di Napoli e l’allora consulente di polizia Gioacchino Genchi tra il 2006 e il 2007 non sapevano che i tabulati telefonici che stavano acquisendo nell’indagine “Why not” fossero di esponenti politici. L’unica finalità era condurre le indagini.

A metterlo per iscritto sono le 112 pagine delle motivazioni depositate dopo l’assoluzione (perché il fatto non costituisce reato, ndr) del 21 ottobre 2015.

La Corte ha specificato che oltre a non esserci le prove di tale consapevolezza non c’è stato nessun dolo intenzionale, ovvero Genchi e de Magistris non avevano il proposito di “arrecare un ingiusto danno ai titolari delle utenze".

Nelle motivazioni i giudici con riferimento a Genchi evidenziano la potenzialità della creazione di una “privata banca dati contenenti dati personali acquisiti nel corso degli anni quale consulente di varie autorità giudiziarie", ma scrivono anche che l’interesse degli imputati "non era quello di arrecare un ingiusto danno ai titolari, certi o incerti, di utenze cellulari, bensì quello di fare indagini 'alla grande'".

L’allora sostituto procuratore di Catanzaro e il suo consulente furono accusati di abuso d’ufficio per aver acquisito senza autorizzazione della Camera i tabulati di utenze risultate riconducibili ad alcuni parlamentari tra cui l'allora presidente del consiglio Romano Prodi, Francesco Rutelli, Clemente Mastella, Marco Minniti, Antonio Gentile, Sandro Gozi, Giuseppe Pisanu e Giancarlo Pittelli.
L’inchiesta fu tolta a de Magistris ed entrambi furono colpiti da provvedimenti disciplinari. La sentenza in primo grado li condannò ad un anno e 3 mesi di reclusione ma con il secondo grado la sentenza si rovesciò assolvendoli da ogni accusa. 
"Si chiude una vicenda surreale, dove qualcuno ha cercato di far passare l'accusatore per accusato" ha dichiarato Luigi de Magistris oggi commentando la notizia. "Per tanto tempo si è voluto far credere che io e i miei collaboratori avessimo illecitamente intercettato migliaia di persone - ha aggiunto - Tutto falso".
Anche se ora l’ex magistrato può mettere la parola fine a questa vicenda " il danno prodotto è irrecuperabile - ha sottolineato - perché quell'inchiesta mi è stata sottratta illecitamente e si sta per chiudere un processo a Salerno, per corruzione in atti giudiziari, dove sono imputati tra gli altri i vertici degli uffici giudiziari dell'epoca, proprio per la sottrazione illecita dell'inchiesta Why Not”.



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