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nuzzi fittipaldi c ansaVatileaks2, la Corte respinge richiesta sulla nullità del processo
di Francesca Mondin
“Una situazione assurda e kafkiana” per aver fatto solo “il dovere di giornalista”, sono questi i commenti rilasciati stamani, a margine della prima udienza, da Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, i due giornalisti e scrittori imputati al processo “Vatileaks2” presso il Tribunale del Vaticano. I due scrittori, che hanno portato alla luce degli intrecci e dei meccanismi che si celano dietro gli scandali economici del Vaticano, sono imputati assieme ai presunti corvi: monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, Francesca Chaouqui e Nicola Maio.
"Nel comparire (dinnanzi alla Corte, ndr) - ha detto Fittipaldi in aula - ritengo di dover esprimere la mia incredulità nel trovarmi ad essere imputato di fronte a una Autorità giudiziaria diversa da quella del mio Paese, pur avendo scritto e pubblicato in Italia il libro per il quale si pretende qui di incriminarmi". "Nel mio Paese d'altronde - ha anche osservato il giornalista dell’Espresso - la condotta che qui mi addebitate non sarebbe penalmente perseguibile, non essendomi contestato in alcun modo di aver pubblicato notizie false o diffamatorie, ma semplicemente di aver pubblicato notizie: attività protetta e garantita dalla Costituzione italiana, dalla Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo".

Il giornalista dell’Espresso ha dichiarato di essere stato messo in una “condizione di non sapere da cosa doversi difendere” perché nel documento notificatogli “si dice che sono imputato di acquisizione e divulgazione di documenti e notizie riservate - ha aggiunto - ma non si dice affatto quali siano questi documenti, o quali siano queste notizie. Una condizione di indeterminatezza del tutto inaccettabile”. Il suo legale, l’avvocato Musso dopo aver sottolineato che “Si parla di art.116 ma non di atti, documenti e notizie pubblicate oggetto di contestazione” e solo in una pagina Fittipaldi viene inserito nella descrizione dei fatti in cui si parla di presunte pressioni e Balda, ha sollevato l’eccezione di nullità del capo d’imputazione del decreto di rinvio a giudizio.
La Corte, presieduta da Giuseppe Dalla Torre, dopo essersi ritirata in camera di consiglio ha respinto l’eccezione sollevata dal difensore del giornalista. Bocciata anche l'istanza presentata dall'avvocato di monsignor Balda, Emanuela Bellardini, che lamentava di non avere avuto il tempo necessario per preparare il processo avendo ricevuto le carte "solo ieri".
Intanto il giornalista Nuzzi ha protestato pubblicamente per non aver nemmeno potuto scegliere un avvocato di fiducia, a tutti e cinque gli imputati infatti è stato assegnato un difensore d’ufficio.
Si tratta di una “reazione oscurantista al diritto miliare di ogni democrazia. Come alcuni giuristi, anche cattolici, hanno affermato, si rischia di mettere il Vaticano contro il diritto europeo ormai consolidato che afferma la libertà di stampa e di pensiero” ha dichiarato Nuzzi aggiungendo: “Non è mettendo le manette a un libro che si risolvono i problemi”. Si sono sollevate da più parti contestazioni contro il rinvio a giudizio dei due giornalisti e ieri il segretario generale del sindacato dei giornalisti italiani, FNSI, ha espresso la piena e totale solidarietà. “Con le loro pubblicazioni Fittipaldi e Nuzzi hanno fatto soltanto il loro dovere - ha scritto in un nota - ossia informare l’opinione pubblica, non soltanto italiana, di trame di potere e di traffici poco leciti che hanno coinvolto anche alcuni esponenti della gerarchia ecclesiastica”. “Non vorremmo - ha concluso Lorusso - che diventassero gli agnelli sacrificali per coprire i veri responsabili della vicenda, che, evidentemente, sono dentro le mura vaticane”.
Per vedere come si svilupperà il caso non resta che attendere le prossime udienze che riprenderanno il 30 novembre. Al momento la vicenda è quantomeno assurda, già solo il rinvio a giudizio dei due giornalisti getta molti sospetti che si voglia perseguire chi ha avuto il coraggio, in nome della libertà di stampa, di rendere pubbliche delle scottanti vicende interne al Vaticano. Mentre ci si aspetterebbe una reazione perlomeno di ugual tenore, contro chi ha messo a punto questi scandali economici. Al di là di come i giornalisti abbiano poi avuto accesso ai documenti, i fatti scritti su "Via crucis" di Gianluigi Nuzzi (Chiarelettere) e "Avarizia" di Emiliano Fittipaldi (Feltrinelli) restano. Ed assieme resta il bisogno di una giustizia che porti alla luce la verità.

Foto © Ansa

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