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di AMDuemila

Catania. Azzerato lo storico sodalizio del clan Santapaola Ercolano, il così detto 'gruppo della stazione'. La Guardia di Finanza ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di otto uomini, considerati gli esponenti della banda dedita a rapine ad autisti di camion e furgoni, sequestri di persona, ed estorsioni.
Gli arrestati con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata a reati contro la persona e il patrimonio e al traffico di sostanze stupefacenti sono Benedetto Zucchero, di 41 anni, ritenuto l'attuale reggente del "gruppo mafioso della Stazione" e fratello del boss indiscusso del sodalizio, Giuseppe Zucchero, detto "Pippo"; Francesco Pietro Ferrari, di 33, e Francesco Condorelli, di 43. Quest'ultimo deve anche rispondere di diverse rapine e sequestri di persona. Agli altri cinque arrestati, Massimo Longhitano, di 34 anni, Angelo Claudio Parisi, di 46, Salvatore Maugeri, di 34, Andrea D'Arrigo, di 42, e Cristofaro Romano, di 33. Quest'ultimo, genero del boss "Pippo" Zucchero e già detenuto in quanto arrestato per associazione mafiosa nell'ambito dell'operazione "Reset", è accusato di numerose estorsioni. I provvedimenti restrittivi sono stati notificati in carcere a Condorelli, Romano e Longhitano.
L'operazione "Capolinea" di questa mattina è la prosecuzione delle indagini "Libertà" e "Reset" con cui il Gico della Guardia di Finanza aveva colpito il sodalizio mafioso.

Già nel 2011 con l'indagine "Libertà" erano state eseguite misure cautelari nei confronti di 14 componenti del gruppo della "Stazione", tra cui anche il capo Giuseppe Zucchero. Mentre nel 2013 la Guardia di finanza aveva scoperto, con la conclusione dell'indagine "Reset", che il gruppo si era riorganizzato mettendo Romano e Benedetto Zucchero a reggenza della banda.
Ora con l'operazione "Capolinea" è stato possibile riscontrare il coinvolgimento di Benedetto Zucchero e individuare una vera e propria mappa delle attività commerciali del centro di Catania sottoposte a estorsioni. L'attività d'indagine ha consentito di chiarire le dinamiche dei rapporti tra i vari gruppi mafiosi riconducibili al clan "Santapaola - Ercolano".
Secondo quanto emerso dalle indagini all'interno del gruppo c'era una suddivisione in squadre addette alle rapine e alle estorsioni.
Parte dei proventi era versata proprio a Zucchero per essere destinate alla "cassa comune" da utilizzare per il sostentamento degli associati e dei familiari degli arrestati.
A subire le estorsioni, secondo quanto accertato, erano soprattutto le attività di ristorazione e di esercizi commerciali. Il pizzo, di sessantamila euro, veniva chiesto attraverso biglietti, dietro cui secondo gli investigatori c'era un celato riferimento alla famiglia Santapaola.
Nove sono state le rapine a Catania e in provincia messe a punto dal gruppo. Gli autisti di camion e furgoni in molti casi sono stati anche sequestrati e incappucciati in attesa dello svuotamento del carico trasportato, generalmente consistente in generi alimentari che erano subito venduti a commercianti compiacenti.
L'indagine si è avvalsa anche della collaborazione di alcuni autotrasportatori rapinati e dai commercianti vittime di estorsioni, che hanno riconosciuto negli indagati gli autori delle attività illecite, oltre che delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia ai magistrati della Dda di Catania, con il supporto del Gico.

Fonte ANSA


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