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tribunale palermo bigCircolare del presidente Fontana: “No a parentopoli in Tribunale. Incarichi solo a chi è capace”
di AMDuemila
“Il Csm ha aperto tempestivamente una pratica subito dopo avere avuto notizia dell'inchiesta di Caltanissetta. Il Csm si muove su atti di impulso precisi. E' difficile immaginare azioni che nascano da soli sospetti o senza elementi precisi”. Così il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, è intervenuto all'arrivo della delegazione dell'organo di autogoverno dei magistrati al Palazzo di Giustizia di Palermo, per incontrare il presidente della Corte d'appello e il presidente del Tribunale dopo le polemiche nate dall'inchiesta della Procura di Caltanissetta sulla sezione misure di prevenzione del Tribunale. “A noi – ha aggiunto - interessa che la sezione misure di prevenzione prosegua la sua attività regolarmente e che si salvaguardi tutto il buono che è stato fatto finora, che le autorità giudiziarie siano messe in condizione di fare accertamenti che chiariscano tutto quello che è accaduto e che la I Commissione e il plenum possano acquisire gli elementi per eventuali provvedimenti urgenti che riportino il prestigio sull'azione della magistratura. Se sopravverranno istanze disciplinari, vedremo. Noi siamo titolari di entrambe le funzioni”.

Ad essere coinvolti nell'inchiesta nissena ci sono ben quattro magistrati tra cui l'ex presidente della sezione Silvana Saguto accusata di illecito nella assegnazione degli incarichi di amministratori giudiziari di beni confiscati alla mafia. In particolare il vicepresidente del Csm ha detto di esser rimasto colpito “dalla difficoltà di ricostruire la mappa precisa degli incarichi conferiti agli amministratori giudiziari. Ciò conferma che serve una organizzazione trasparente”. “Noi – ha proseguito - agiremo con rigore e tempestività. Non voglio anticipare le proposte che farà la I Commissione, ma il presidente del Tribunale di Palermo ci ha trasmesso una forte preoccupazione derivante dal fatto che c'è sconcerto ed è necessaria serenità”.
I membri della prima commissione, la presidente Paola Balducci (consigliere laico, eletta in quota Sel), il relatore Pierantonio Zanettin (laico di Forza Italia) e il componente togato Piergiorgio Morosini che a Palermo ha lavorato come Gip, guidati da Legnini ed accolti dal procuratore generale presso la Corte d'appello di Palermo, Roberto Scarpinato hanno incontrato il presidente della Corte d'appello, Gioacchino Natoli, dal Presidente del Tribunale, Salvatore Di Vitale. In particolare la prima commissione è quella che decreta le incompatibilità ambientali dei magistrati. Incompatibilità che scatta “quando (i magistrati ndr) per qualsiasi causa indipendente da loro colpa non possono, nella sede occupata, svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità”. Sempre di ieri la notizia che Lorenzo Caramma, marito della dottoressa Saguto, non è più consulente di Gaetano Cappellano Seminara.

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