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franciosi gianfranco 2015Video
di AMDuemila
Il presidente dell'Ass. Testiimoni di Giustizia: "Passato il segno, ministero dell'Interno intervenga"
Incendiata la proprietà di Gianfranco Franciosi, testimone di giustizia sottoposto tempo fa a programma di protezione. Il fatto è accaduto ad Ameglia, il paese in cui l’uomo, ex infiltrato per 4 anni in un cartello di narcotrafficanti spagnoli e colombiani, vive insieme alla sua famiglia. Il membro della commissione Antimafia Mattiello ha chiesto al prefetto di La Spezia di disporre una protezione per Franciosi e la sua famiglia.

Il fuoco è partito da una rimessa di scafi ed ha impegnato per tutta la notte i Vigili del Fuoco di Sarzana e Spezia, che a un primo sopralluogo hanno definito l'origine “chiaramente dolosa”. Danni sono stati registrati nell’intero cantiere, completamente incenerito insieme a tutto il suo contenuto: attrezzature, modelli, stampi per nuove imbarcazioni già brevettati e la gran parte delle imbarcazioni con le quali Franciosi avrebbe partecipato tra pochi giorni ad un importante salone nautico. Un danno di circa 100mila euro. Per Franciosi si trattava dell'unico mezzo per mantenere se stesso, la moglie e i sei figli, usciti 3 anni fa dal programma di protezione per l'inadeguatezza delle misure di tutela, rinunciando alla falsa identità e cercando di riavviare l'attività di rimessaggio. Il tutto facendo fronte ai numerosi debiti, dato che il Ministero dell’Interno aveva inteso liquidare l’attività di Franciosi come infiltrato con una cifra irrisoria.
Tutto inizia quando Franciosi diventa infiltrato a tutti gli effetti all'interno dei narcos, dal 2007 al 2011. Grazie a lui scattano una serie di maxisequestri, per un totale di 12mila e 700 chili di droga che le forze dell’ordne sono riuscite a sottrarre. Franciosi e famiglia, condannati a morte dai narcos (con una taglia di due milioni di euro sulla testa) dopo che tutto il cartello è finito in manette, vengono messi sotto protezione ma dopo due anni abbandonano per esasperazione.
"Non ci sono più parole per commentare adeguatamente – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia Ignazio Cutrò – stavolta si è davvero passato il segno. Stiamo parlando di un uomo sulla cui testa c’è una taglia milionaria, che nonostante sia già stato vittima di almeno 2 atti intimidatori, è stato abbandonato senza alcuna forma di protezione in una località nota, permettendo a chi lo vuole morto di ridurlo in rovina". "E’ evidente - ha aggiunto Cutrò - che qualcuno lo ha seguito, spiato ed ha agito solo una volta certo di procurare il massimo danno possibile! A questo punto ci aspettiamo un intervento deciso, serio e risolutore da parte del Ministero dell’Interno, che ad ora non ha ancora neanche contattato Franciosi per capire l’accaduto e sincerarsi delle sue condizioni: chiedo ufficialmente che il Ministro dell’Interno Alfano, il Viceministro Bubbico ed il Prefetto di La Spezia intervengano immediatamente per assicurare a Franciosi ed alla sua famiglia un’adeguata protezione in loco".
Chi raccontò per primo la storia di Franciosi è Federico Ruffo, giornalista di Presa Diretta che col testimone di giustizia ha realizzato il libro "Gli orologi del Diavolo" che racconta la sua storia. "Abbiamo lavorato 3 anni perché potesse partecipare a questo salone - ha dichiarato, dopo aver appreso la notizia dell'incendio - l’anticipo sulle vendite del libro, perfino quello per la realizzazione di una fiction sulla sua storia, ogni singolo euro era dentro a quel cantiere. Ogni singolo euro è ridotto in cenere. Quello di Gianfranco e del suo cantiere era un miracolo vero - ha proseguito amareggiato - e sarebbe bastato un minimo di attenzione da parte delle istituzioni perché tutto questo non accadesse. Il suo cantiere è da sempre un obbiettivo sensibile, più volte ci sono stati atti intimidatori, proiettili recapitati in loco, il semplice passaggio di una pattuglia avrebbe evitato tutto questo. Non deve sfuggire che Gianfranco ha lasciato il cantiere alle 9 di sera e alle 11 l’incendio aveva già distrutto tutto. In due ore non si brucia un intero cantiere se non programmando attentamente come farlo e agendo del tutto indisturbati".

A Gianfranco Franciosi e alla sua famiglia la piena solidarietà e vicinanza della redazione di Antimafia Duemila.

VIDEO Ameglia, in fiamme tre barche del testimone di giustizia Gian Franco Franciosi