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borrometi-paolo-rai2di AMDuemila - 27 maggio 2015
Un centinaio di cartucce, idonee per diversi tipi di pistole e fucili, sono state ritrovate nel corso di decine di perquisizioni a carico di soggetti che avevano minacciato Paolo Borrometi, giornalista di Ragusa e direttore del sito laspia.it, che nelle sue inchieste giornalistiche denuncia la mafia a livello internazionale e del ragusano. Le perquisizioni sono avvenute presso le abitazioni ed i luoghi di lavoro di soggetti residenti a Ragusa, Vittoria e Comiso. Al termine degli accertamenti, la Polizia di Stato ha esposto una denuncia nei loro confronti per il reato di minacce gravi.
Il pluripregiudicato LM.I., 25 anni, ed il fratello LM.V., 28 anni, sono stati denunciati per detenzione illegale di munizioni d’arma da fuoco. Nel garage della loro abitazione è stata rivenuta anche un’ogiva che sarà inviata alla Polizia Scientifica per le analisi balistiche del caso. Alcuni dei soggetti denunciati erano già sottoposti a misure di prevenzione imposte dal Questore di Ragusa, con le prescrizioni di cambiare condotta. Ora, con tutta probabilità, sarà proposto un aggravamento della misura, mentre a carico di chi non aveva ancora pregiudizi penali saranno proposte nuove misure, così da permettere loro di non delinquere ulteriormente.

Tra le minacce indirizzate a Borrometi, in molti casi da parte di soggetti legati da rapporti di parentela con persone arrestate, anche la pubblicazione di foto di uno dei denunciati con un fucile in mano con la scritta "Sempre pronti siamo per gli sbirri tranquilli…". E a seguito della pubblicazione di articoli contro la criminalità organizzata locale, parenti e “simpatizzanti” degli arrestati commentavano la notizia con insulti e minacce di morte per il giornalista che aveva “osato” fare il proprio lavoro esercitando il diritto di cronaca.
borrometi-foto-fucileIl mese scorso erano poi pervenute ingiurie da internet e Facebook, con i messaggi di tre individui ritenuti vicino alla mafia ragusana che avevano commentato l’ultimo articolo di Borrometi con parole offensive, imponendo al giornalista di smettere di scrivere e “rumpere i c...”. Ad aprile 2014, invece, era stato aggredito e picchiato all'esterno della sua abitazione da due sconosciuti, mentre pochi mesi dopo qualcuno durante la notte aveva appiccato il fuoco alla porta di casa.
"Devo ringraziare costantemente le forze dell'ordine che non sottovalutano mai niente  ed anzi cercano sempre di stare affianco di chi cerca di fare il proprio lavoro - ha detto il cronista Borrometi, preoccupato del ritrovamento delle cartucce senza le armi. "Ad ogni modo si va avanti, non ci si ferma -ha concluso il giornalista - con la  speranza che questi episodi possano finire e che i responsabili possano sempre essere consegnati alla giustizia."

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