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I boss si buttano sul traffico di droga: 39 arresti
di Francesca Mondin - 26 maggio 2015
Maxi operazione “Verbero” dei carabinieri che nella notte hanno arrestato 39 uomini, tra boss e gregari, vicino al clan Pagliarelli. Un blitz che ha impegnato 300 uomini delle forze dell’ordine e che ha portato alla luce molte novità sull’organizzazione di uno dei più potenti ed estesi mandamenti della città. A guidare il clan Pagliarelli, dopo che l’operazione Hybris del 2011 aveva decapitato i vertici, ci sarebbe un triumvirato composto dai capi delle famiglie mafiose di “Pagliarelli”, “Corso Calatafimi” e “Villaggio Santa Rosalia”, individuati rispettivamente in Massimiliano Perrone, Alessandro Alessi e Vincenzo Giudice, da questa notte dietro le sbarre.
L’esigenza di affidare la gestione del sodalizio a una sorta di “organo collegiale”, costituito da tre giovani “uomini d’onore” tenuti al reciproco confronto sulle scelte strategiche evidenzierebbe, secondo gli inquirenti, l’assenza di una leadership autorevole e unanimemente riconosciuta.
Assieme a loro sono state arrestate altre 36 persone, una parte in cella e l’altra metà ai domiciliari. Tra cui Sansone Salvatore, nipote del capo mandamento di “Pagliarelli” e Nino Rotolo, ritenuto elemento di spicco della famiglia mafiosa di “Uditore”.
Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, traffico di stupefacenti, corruzione ed altri reati connessi.

VIDEO Operazione Verbero
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Nuovo business: polvere bianca e hashish

Dall’indagine, coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dai procuratori aggiunti Teresa Principato e Leonardo Agueci e dai sostituti Francesco Grassi e Caterina Malagoli, emerge come, in risposta all’aumento delle denunce del pizzo e della crisi economica, i boss si sarebbero buttati sulla vecchia attività in voga negli anni ’60-‘80, successivamente diventata di monopolio della ‘Ndrangheta: il traffico di stupefacenti, commercio più rischioso ma assai redditizio. Per anni, i capimafia avevano delegato il traffico della cocaina ad altri, ma la crisi del pizzo sembra spingerli ad accollarsi direttamente il rischio della grosse pene per droga. Dalle indagini emerge come anche l’attività di spaccio si svolgeva sotto il pieno controllo dei boss, che avevano imposto un preciso “protocollo operativo” la cui trasgressione comportava anche violente e sanguinose spedizioni punitive.
Attraverso intercettazioni e pedinamenti è emerso come Cosa nostra palermitana alimentava le sue casse importando centinaia di chili di cocaina e hashish da Napoli e dal Piemonte. Nel corso dell’inchiesta, i carabinieri hanno sequestrato ben 250 chili di droga.
A completare il quadro d’insieme, rientrerebbero alcune operazioni svolte negli anni scorsi, che hanno portato al sequestro di oltre 400 kg. di hashish.
conf-stampa-verbero-agueciIn particolare, nel novembre 2012, i Carabinieri del Comando Provinciale arrestarono Tutino Giacinto, soggetto vicino agli ambienti mafiosi bagheresi, in quanto sorpreso alla guida di un furgone adibito al trasporto di cavalli, all’interno del quale erano occultati 250 kg di hashish acquistati dal clan camorristico dei “Gallo-Cavaliere” di Torre Annunziata. Nel marzo 2014, invece fu intercettato un ulteriore carico di 150 kg di stupefacente del tipo hashish, trasportato dal torinese Fonsato Eros e dai catanesi Spampinato Agatino e Bellia Salvatore. L’ingente quantitativo di droga, questa volta, proveniva da Torino ed era riconducibile a Celano Concetta, una donna di origini siracusane considerata, già nel 2003, il “capo di una violenta e armata  organizzazione di trafficanti, in contatto diretto con il Perù e l’Equador”.

Estorsione appalti Policlinico
Sebbene il racket non porta più il guadagno di un tempo resta sempre uno strumento di controllo del territorio a cui difficilmente i boss rinunciano. Rispetto alle ultime investigazioni svolte su quel territorio (Operazione “Hybris” 2011), che provarono l’esistenza di una capillare pressione estorsiva esercitata anche nei confronti dei piccoli commercianti, le nuove indagini hanno evidenziato la tendenza di concentrare l’interesse sui grossi appalti. Come dimostra il tentativo di estorsione posto in essere direttamente dal Perrone, che ha cercato di imporre, all’impresa aggiudicataria dell’appalto per la ristrutturazione dell’ospedale Policlinico “Paolo Giaccone”, forniture di materiali e di manodopera oltre che la dazione di 500 mila euro, corrispondente all’1% dell’importo complessivo dei  lavori. Tentativo però fallito perché l’imprenditore non si è fatto piegare e si è rivolto subito alle forze dell’ordine denunciando i boss del Pagliarelli.

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Gli arrestati
Custodia cautelare in carcere:
1. ALESSI Alessandro, nato a Palermo il 22.09.1975;
2. PERRONE Giuseppe, nato a Palermo il 15.01.1974;
3. GIUDICE Vincenzo, nato a Palermo 15.09.1978;
4. ARMANNO Michele, nato a Palermo il 13.09.1942;
5. BARONE Giovan Battista, nato a Palermo il 24.06.1963;
6. SANSONE Salvatore, nato a Palermo il 16.04.1987;
7. NICOLICCHIA Tommaso, nato a Palermo il 27.01.1984;
8. CALANDRA Andrea, nato a Palermo il 18.03.1980;
9. CASTROFILIPPO Giosuè, nato a Palermo il 12.01.1960;
10. GIARDINA Giovanni, nato a Palermo il 02.04.1978;
11. ANELLO Alessandro, nato a Palermo il 29.08.1980;
12. GRASSO Carlo, nato a Palermo il 29.10.1988;
13. SPINELLI Antonino, nato a Palermo il 27.01.1982;
14. DI LIBERTO Matteo, nato a Palermo il 07.10.1979;
15. DI STEFANO Rosario, nato a Palermo il 17.03.1978;
16. ROMANO Aleandro, nato a Palermo il 29.09.1986;
17. GIACONIA Stefano, nato a Palermo il 06.12.1984;
18. GIACONIA Giuseppe, nato a Palermo il 03.07.1983;
19. CELANO Concetta, nata il nata a Siracusa il 24.09.1960;
20. CASTRONOVO Giuseppe, nato a Palermo 11.12.1971.

Arresti domiciliari:
1. BUCCHIERI Vincenzo, nato a Palermo il 18.11.1948;
2. CASTROFILIPPO Paolo, nato a Palermo il 03.07.1982;
3. GIACONIA Daniele, nato a Palermo il 12.03.1988;
4. CORRENTI Giovanni, nato a Palermo il 27.11.1962;
5. CALVARUSO Antonino, nato a Palermo il 17.07.1956;
6. VIVIRITO Gaetano, nato Palermo 04.12.1953;
7. PAROLISI Luigi, nato a Napoli il 24.09.1985;
8. MIGLIACCIO Carmelo, nato a Palermo il 22.02.1989;
9. CIANCIO Salvatore, nato a Palermo il 21.05.1978;
10. NICOLICCHIA Domenico, nato a Palermo il 14.08.1965;
11. BRUNO Giuseppe, nato a Palermo il 23.06.1979;
12. ABBATE Pietro, nato a Palermo il 27.07.1992;
13. ABBATE Antonino, nato a Palermo il 19.02.1983.

Obbligo di dimora nel comune di residenza
1. ZAMPARDI Mauro, nato a Palermo il 28.03.1989;
2. MILAZZO Angelo, nato a Palermo il 29.11.1980;
3. DI FAZIO Cosimo, nato a Palermo il 20.06.1986;
4. CATALANO Giovanni, nato a Foggia il 27.07.1966;
5. DI PAOLA Giuseppe, nato a Palermo il 16.01.1979;
6. FICAROTTA Francesco, nato a Palermo il 03.01.1987.

FOTOGALLERY Gli arresti dell'operazione "Verbero"

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